Vivere nel legno, Ossimo apre un nuovo scenario per la valle

Dietmar e Massimo Miorini al lavoro a Ossimo
Dietmar e Massimo Miorini al lavoro a Ossimo
Dietmar e Massimo Miorini al lavoro a Ossimo
Dietmar e Massimo Miorini al lavoro a Ossimo

Claudia Venturelli Da qualche giorno c’è un po’ di Canada in Valcamonica. Succede grazie al guru italiano delle «blockbau», le case costruite interamente con tronchi di conifere, che è sbarcato per la prima volta in Lombardia fissando il suo quartier generale in un capannone munito di carroponte di Ossimo Superiore. L’altoatesino Dietmar Gänsbacher, 57 anni e una passione profonda per il legno, ha alle spalle la costruzione di una ventina di case canadesi; ma quella che sta facendo crescere, tronco su tronco, sull’Altopiano del Sole apre un nuovo scenario economico in questo territorio. «Questo è un mercato di nicchia - commenta Giambattista Sangalli, direttore dell’ufficio Foreste e Bonifica montane della Comunità montana di Vallecamonica-, ma che potrebbe comportare la valorizzazione di parte dei nostri boschi. Tronchi come questi li abbiamo anche noi, non ovunque ma a Borno sì, e questa materia prima potrebbe essere il valore aggiunto dei nostri soprassuoli». Quelli utilizzati per la casa che sta nascendo a Ossimo sono di abete rosso, «ma vanno bene tutte le conifere - spiega Dietmar -. Qui ci sono 70 tonnellate di legno e i tronchi stanno insieme con gli incastri, niente chiodi, niente viti, niente colla. È tutto naturale». È diventato un mastro carpentiere e nella vita sembra non aver mai fatto altro, tanto è preciso e preparato: «Ecologicità è la parola che descrive meglio queste case, tra clima sano per abitare e zero rifiuti se un domani le si vuole smontare. Semplicemente la legna diventa combustibile, perchè le case non sono trattate e per ripararle dall’acqua si aumenta la sporgenza del tetto». La prima casa costruita a Ossimo sarà trasferita a Savona, ma già la prossima resterà in valle, a Bienno, e quella dopo ancora sarà per il campeggio «Bosco blù» di Borno. È queste non saranno le uniche ricadute locali: «Sono stato a fare un corso da lui - spiega l’allievo e boscaiolo bornese Massimo Miorini che ha portato Dietmar in valle -, poi in Austria mi ha dato la possibilità di costruire una unità abitativa. Quindi è arrivato qui perché aveva bisogno di una struttura al coperto e gliel’ho trovata». IL PRIMO passo di un sogno, ovvero «portare questa attività anche in Valcamonica». Intanto Dietmar e Miorini lavorano con seghe e pialle creando incastri millimetrici, una tecnica antica importata dal Canada e fino a poco tempo fa quasi sconosciuta in Italia, per poi spopolare nell’ultimo anno. Un lavoro senza fretta che nasce come tutti da un progetto sulla carta. •

Suggerimenti