Arrivano gli Indiana Jones
Archeologi in missione
sulle tracce del passato

Vallio Terme riscopre il suo passato con una task force di archeologi
Vallio Terme riscopre il suo passato con una task force di archeologi
Vallio Terme riscopre il suo passato con una task force di archeologi
Vallio Terme riscopre il suo passato con una task force di archeologi

È stato detto e ripetuto: non sarà una campagna di scavi, né tanto meno una caccia al tesoro del sacro Graal stile Indiana Jones. Anche se a Vallio forse un tesoro c’è: il leggendario castello che si troverebbe sulla cima di Sant’Apollonia, a 424 metri , vicino alla frazione Porle.

UNO SPUNTO Interessante, per il momento però destinato a rimanere tale: perché la missione ufficiale dei 15 archeologi che da lunedì prossimo saranno a Vallio, e per due settimane, è quella di ricostruire la storia del paese nel minimo dettaglio, partendo dalle tracce più remote e poche lontane.

Quindi niente castello, per ora, ma chissà. Saranno infatti 14 gli studenti e i ricercatori che arriveranno dall’Università di Padova, coordinati dal professor Gian Pietro Brogiolo, docente di Archeologia Medievale, in collaborazione con il Museo archeologico della Valsabbia di Gavardo. Sarà una Summer School, la fase finale (e pratica) di un lavoro cominciato mesi fa.

«Questo studio - spiega il sindaco Floriano Massardi – vedrà gli esperti concentrati sugli aspetti agricoli e pastorali, sullo sfruttamento del territorio locale, al fine di portare informazioni sulla sussistenza della nostra comunità nel corso dei secoli».

Dal paese alla montagna: i ricercatori percorreranno i sentieri, studieranno i toponimi dei luoghi, incontreranno gli anziani per ricordare quali tipi di coltivazioni e in che terreni venivano praticate.

«SI SPERA nella collaborazione di tutti i cittadini - sottolinea Massardi -. Le informazioni fornite saranno molto preziose, anche perché molti toponimi esistono solo nella tradizione orale. Anche chi ricordasse del ritrovamento fortuito di oggetti antichi, magari nell’arare i campi, potrebbe fornire un contributo».

Altre fonti di ricerca: le pergamene del monastero di Serle, antiche mappe, il catasto napoleonico. In alcuni di questi documenti si narra del leggendario castello: se ne parla anche nel 1222, in occasione del grande terremoto di Brescia, poi nessuna traccia. Toccherà ai ricercatori, magari con un colpo di fortuna, riportarlo alla luce. A.GAT.

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