Bagolino regala magia e il meglio arriverà oggi

di Mila Rovatti Marco Benasseni
Un giovanissimo «balarì» del Carnevale di Bagolino
Un giovanissimo «balarì» del Carnevale di Bagolino
Un giovanissimo «balarì» del Carnevale di Bagolino
Un giovanissimo «balarì» del Carnevale di Bagolino

Mila Rovatti Marco Benasseni Parlare di una sfida in maschera a distanza tra Valsabbia e Valtrompia sarebbe fuori luogo, perchè ieri Bagolino ha riportato in scena uno spettacolare pezzo di etnografia, mentre lungo il Mella si sono viste follie più moderne. Il divertimento, comunque, non è mancato in nessuna location. Partendo dalla festa più famosa, ieri sono state le maschere a farla da padrone a Bagolino, mentre oggi tornerà la poesia dei «balarì». Riproporranno un evento che torna uguale da centinaia d’anni, ma che riesce sempre a sorprendere. Questa mattina all’alba, i ballerini vestiti con costumi bellissimi e preziosi saranno alla messa delle 6.30 nella parrocchiale di San Giorgio, poi continueranno a muoversi sulla musica delle antiche sonate nella contrada di Cavrìl per tutto il giorno, fino a chiudere le danze in piazza Marconi dopo il tramonto. In scena ci saranno anche i piccoli apprendisti del Carnevale, che inizieranno invece alle 14.30. Ieri la festa è iniziata in un clima di tranquillità: le forze dell’ordine hanno lavorato perché tutto filasse liscio e così è stato. Stamane il clou, con più di cento danzatori, tutti rigorosamente uomini. Le donne non ballano in questo Carnevale, ma possono prendersi una rivalsa indossando gli abiti del «màscär», rilanciando l’aspetto più goliardico di questa tradizione che non esclude lo scherzoso palpeggiamento delle parti basse: in passato questo gesto valeva come augurio di fertilità. L’evento bagosso, classificato fra le ricchezze etnologiche più importanti degli ultimi 200 anni, ha radici antiche, e le musiche e le danze risalgono a quanto pare al sedicesimo secolo. Ancora più antica l’origine dei màscär, che anche oggi non mancheranno di comparire. In questi ultimi due giorni la loro presenza, del tutto spontanea, sarà un po’ offuscata da quella dei ballerini, ma entrambe gli aspetti non possono mancare in alta Valsabbia. Se qualcuno oggi non ce la farà a salire in paese potrà ripiegare su domani: i balarì apriranno le danze alle 7.30 nella contrada di Osna, davanti al bar Strope, e continueranno fino a sera, fino all’ultimo ballo sulle note della «Ariözà», una sonata che sarà ripetuta decine di volte ma che non stanca mai. E nel territorio confinante? In Valgobbia c’è stata una grande mobilitazione per la festa in maschera organizzata dall’Unità pastorale. Il lungo corteo composto da centinaia di maschere ha fatto da apertura della sfilata dei carri, e al termine è stato premiato nel piazzale delle piscine quello intitolato «La fabbrica di cioccolato» (un omaggio a Willy Wonka) realizzato dai volontari della parrocchia di Fontana. Ma a parte il primo posto, l’edizione 2019 è stata un vero successo in termini di partecipazione e di creatività. L’oratorio di Pieve si è presentato con gli Avengers della Marvel, Gazzolo con carro e personaggi di Harry Potter, Sant’Apollonio con «Il signore degli anelli» e San Sebastiano con «Il grande e potente Oz». Ospite speciale un allestimento proveniente da Magno di Gardone. SCENDENDO la valle, chili di coriandoli e chilometri di stelle filanti hanno riempito le strade anche a Villa Carcina, dove il paese è stato colorato da un allegro corteo di maschere, mentre fuori dal municipio di Concesio sono arrivati i carri allegorici dei quattro oratori. Quest’anno la festa era a tema libero e quindi i volontari hanno potuto dar sfogo alla fantasia: Sant’Andrea ha messo in strada il gioco in scatola «Indovina chi», il centro giovanile di Pieve ha allestito un carro sulle note della musica «Disco anni 70», su quello di San Viglio sono salite maschere di ogni tipo senza nessuna linea guida mentre quelli di Costorio hanno messo insieme una scenografia dai tratti orientaleggianti. •

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