Cariadeghe in bici? I cacciatori dicono no

di Paolo Baldi
Un tratto del percorso per mountain bike disegnato a Cariadeghe e «fermato» dai cacciatori
Un tratto del percorso per mountain bike disegnato a Cariadeghe e «fermato» dai cacciatori
Un tratto del percorso per mountain bike disegnato a Cariadeghe e «fermato» dai cacciatori
Un tratto del percorso per mountain bike disegnato a Cariadeghe e «fermato» dai cacciatori

Gli organizzatori speravano in una grande festa delle biciclette in una natura magica. Una festa per tutti, dedicata a una nuova opportunità di scoperta dello splendido Altopiano di Cariadeghe. Invece, l’evento già messo in calendario per sabato - la presentazione-inaugurazione di un percorso per mountain bike che non ha comportato sbancamenti, ma semplicemente la valorizzazione di una rete sentieristica già esistente - è stato annullato per una mobilitazione dai contenuti inquietanti e dagli esiti incredibili dei cacciatori di Serle. STUDIATO e disegnato con la collaborazione di Juri Ragnoli, un campione di casa delle ruote grasse, il saliscendi tra faggete e doline del Monumento naturale misura complessivamente 18 chilometri, e prevede, o meglio prevedeva, anche una sezione «soft» dedicata alle famiglie e ai bambini; il tutto indicato da una cartellonistica ad hoc. Tutto fermo, tutto sospeso. A una parte dei serlesi, evidentemente, certi cartelli non piacciono: negli anni ’80 del secolo scorso avevano bloccato la strada agli allora forestali che salivano a piazzare quelli che sancivano la nascita del Monumento naturale di Cariadeghe; adesso sono riusciti a fermare in magazzino quelli che avrebbero dovuto guidare bikers provetti e bambini su due ruote. Protagonisti principali allora come oggi i cacciatori, o almeno una parte dei cacciatori. I primi - erano 60 - a incontrare il 3 agosto il sindaco Paolo Bonvicini e a opporsi a qualsiasi inaugurazione nel timore che il tracciato, già esistente e non creato ex novo, potesse rappresentare una limitazione all’attività venatoria. Ricordando la necessità di far coesistere tutti gli interessi sull’Altopiano, il sindaco ha chiesto pareri a tutti gli uffici competenti ricavando da tutti la stessa risposta: l’operazione biciclette non avrebbe introdotto distanze da rispettare nell’attività di caccia o altri divieti. Bonvicini lo ha ribadito alle doppiette nel successivo incontro in municipio dell’11 agosto; ma non è servito a nulla. IN QUELLA OCCASIONE, registra proprio il primo cittadino in un comunicato inviato ieri sera alla stampa, «se alcuni presidenti (delle associazioni venatorie serlesi) obiettivi e non faziosi hanno convenuto il non sussistere di alcuna problematica, e anzi sottolineato la positività del percorso, altri hanno continuato a manifestarsi contrari e ostili verso il tema». «Purtroppo in quella sede - continua Bonvicini - a mio avviso è caduta la maschera di alcuni rappresentanti dei cacciatori. È emerso che questi personaggi sono per partito preso contro qualunque presenza sull’Altopiano diversa dalla propria categoria. Ciò è inaccettabile in un paese civile. Abbiamo il fondato sospetto che questi rappresentanti fomentino gli animi dei propri membri anzichè rassicurarli con valide argomentazioni». Da quel momento in poi la situazione è solo peggiorata. Anche nell’incontro con la Protezione civile per la posa dei cartelli sono volate minacce, del genere «se mettete giù i cartelli ve li tireranno via. Salterà fuori un altro casino». Poi l’epilogo, surreale: non solo i cacciatori, ma «la quali totalità delle associazioni serlesi» (persino la banda e i bersaglieri!) ha inviato ieri mattina in Comune la richiesta di soprassedere all’inaugurazione ufficiale del tracciato per mtb, chiedendo un dibattito pubblico sul tema con i cittadini e annunciando, a fronte di una mancata retromarcia dell’ente locale, un «presidio pacifico» per impedire la cerimonia. ALTROVE i cittadini non si sono mobilitati così neppure per dire no a un inceneritore, mentre a Serle tutto sembra essere nato dalla volontà di affermare il primato della caccia su qualsiasi altro uso del territorio più socializzante e utile per l’economia. E per ora questa parte dei serlesi ha vinto: l’inaugurazione non si farà, per l’amarezza del sindaco e di tutti gli attori del progetto, pur con l’intenzione di riproporla nei prossimi mesi. Ce la faranno? •

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