Carnevale, che danze e riti abbiano inizio

di Mila Rovatti
I «balarì», protagonisti assoluti del Carnevale di Bagolino: danze e riti si ripetono uguali da cinque secoli
I «balarì», protagonisti assoluti del Carnevale di Bagolino: danze e riti si ripetono uguali da cinque secoli
I «balarì», protagonisti assoluti del Carnevale di Bagolino: danze e riti si ripetono uguali da cinque secoli
I «balarì», protagonisti assoluti del Carnevale di Bagolino: danze e riti si ripetono uguali da cinque secoli

Un rito che si rinnova e si ripete da centinaia di anni, tramandato nelle sue immutabili cadenze da una generazione all’altra. Eppure ogni volta riesce a far parlare di sé, a sorprendere con la bellezza e i colori senza tempo delle sue maschere, dei suoi canti, delle sue danze ancestrali.

Tutto è pronto a Bagolino per il Carnevale più bello che ci sia. Che vivrà i suoi giorni clou domenica 26 e lunedì 27, e che ieri, a Palazzo Pirelli, a Milano, è stato tenuto a battesimo da una presentazione in grande stile alla presenza dell’assessore regionale alle culture, identità, e autonomie, Cristina Cappellini, dei consiglieri bresciani Fabio Rolfi, Gian Antonio Girelli e Alessandro Sala e del sindaco di Bagolino Gianluca Dagani.

«I CARNEVALI storici - ha spiegato l’assessore Cappellini - rappresentano la tradizione, i riti che vengono da lontano, che affondano le radici nella memoria e che vengono tramandati di anno in anno da secoli. Il Carnevale di Bagolino è l’esempio di come una tradizione e un folclore vengano portati avanti con passione, di generazione in generazione. Sono tradizioni che abbiamo il dovere e l’onore di tenere vive il più possibile, come elemento identitario di una comunità».

LA FESTA. Giusto il tempo di archiviare il Natale e a Bagolino già si respirava aria di Carnevale. Ma per entrare nel vivo della festa si dovrà attendere fino a domenica 26, o meglio ancora fino a lunedì 27, quando faranno la loro comparsa i «balarì». Sono loro, i ballerini, che apriranno le danze all’alba di lunedì mattina sul sagrato della chiesa di San Giorgio.

Il carnevale bagosso, che è stato classificato tra le scoperte etnologiche più importanti degli ultimi 200 anni, ha radici antiche. Per quanto riguarda le musiche e le danze, pare si possano collocare attorno al XVI secolo. Ancora precedente sembrerebbe invece l’origine dei «maschèr».

I ballerini, che sono vestiti con giacca e pantaloni al ginocchio scuri ornati da ricami, calze bianche lavorate, camicia bianca, cravatta scura, un lungo scialle di seta e tracolla di velluto ricamato, danzano sotto le case di amici e di parenti, ma soprattutto omaggiano coloro che hanno prestato l’oro usato per adornare i cappelli totalmente ricoperti di fettuccia rossa, nastri colorati e gioielli.

LE MASCHERE, o meglio «maschèr», sono l’aspetto più irriverente della festa e pare siano in qualche modo collegate alla tradizione di «andar a seste» (andare a ceste) in uso nel passato, quando lo scopo esplicito era il corteggiamento. Era infatti d’uso che la concimazione dei prati fosse lavoro esclusivamente riservato alle ragazze, che prestavano la loro opera portando le ceste con il letame sulla testa, appoggiate al «bastarèl» (cuscino pieno di fieno o paglia per trasportare pesi).

Il tutto non durava più di due giorni e la sera del primo giorno, quando le ragazze si fermavano a dormire dai datori di lavoro, i «maschèr» andavano a trovarle. Da questo cerimoniale di corteggiamento nascono probabilmente i consueti scherzi con palpeggiamenti e motti di spirito.

Tutto pronto dunque: le previsioni meteorologiche sono buone, ma nemmeno la pioggia potrebbe fermare i ballerini. Domenica il via alla festa con i classici carretti e le danze dei bambini, lunedì scenderanno in piazza i ballerini e lo spettacolo si ripeterà per l’ennesima volta negli ultimi 500 anni.

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