Cava sul Tesio: il Comune ci ripensa

di Alessandro Gatta
La strada che sale al Tesio: il percorso dei camion tra i punti critici
La strada che sale al Tesio: il percorso dei camion tra i punti critici
La strada che sale al Tesio: il percorso dei camion tra i punti critici
La strada che sale al Tesio: il percorso dei camion tra i punti critici

L’esito è ancora incerto, ma il colpo di scena comunque garantito: il Comune di Gavardo domani pomeriggio sarà in Provincia per trattare del futuro della contestata riapertura della cava sul monte Tesio, in località Strubiana. Lo annuncia il sindaco pro tempore Sergio Bertoloni, a pochi giorni da un Consiglio comunale che si preannuncia caldissimo (mercoledì sera, 16 punti all’ordine del giorno: ne parliamo nel box a fianco) e in cui si discuterà di un’interpellanza, proprio sulla cava, firmata a quattro mani da entrambe le minoranze. «Non siamo insensibili alle preoccupazioni della cittadinanza spiega Bertoloni - e gli appelli delle minoranze, e soprattutto del Comitato anti-cava, ci hanno convinto a richiedere un incontro urgente in Provincia. Ci siederemo a un tavolo, con estrema pacatezza, e faremo presente ai tecnici di valutare attentamente quanto emerso negli ultimi mesi. Ricordiamo che il permesso per la cava è la Provincia a rilasciarlo: quello che potevamo fare l’abbiamo già fatto. Speriamo si possa trovare una soluzione di buon senso: comunque vada, sarà la Provincia ad assumersi le proprie responsabilità».

Le polemiche sulla riapertura si trascinano da mesi. In agosto venne approvato lo schema di convenzione, con la Fassa Bortolo, che in qualche modo sanciva la possibilità di riaprire gli scavi e le estrazioni nell’Ate9. Nelle settimane successive è nato un Comitato che si oppone alla riapertura, almeno a queste condizioni: passaggi dei camion in strade strette e pericolose (via degli Alpini) o in centro abitato (via Fornaci), fino a 30 volte al giorno, per un tempo ipoteticamente illimitato (fino all’esaurimento del giacimento) e con mitigazioni e compensazioni definite insufficienti.

IL COMITATO ha raccolto 150 adesioni e più di 700 firme: sul finire dell’anno gli attivisti hanno presentato ben cinque esposti (alla Provincia, alla Procura, alla Prefettura, alla Corte dei Conti e all’anticorruzione) per sollecitare le autorità «a effettuare tutte le verifiche del caso». In Consiglio della cava si è discusso più volte, l’ultima il 29 dicembre: quando le minoranze proposero una mozione (bocciata) per il ritiro della convenzione. E adesso si ricomincia: «Chiediamo che il Consiglio sia costantemente informato - scrivono Gavardo Rinasce e Gavardo in Movimento - in particolare sugli esiti dell’incontro in Provincia». Nessun segreto, ma ci sarà da aspettare fino a mercoledì sera: «Non so nemmeno io come potrà andare - conclude Bertoloni - ma in Consiglio diremo tutto».

Suggerimenti