«Combatto
la fibrosi cistica
con l’amore»

di Mila Rovatti
Sara Bertanzetti e il marito Alessandro Nisi: «Lui è la mia forza»
Sara Bertanzetti e il marito Alessandro Nisi: «Lui è la mia forza»
Sara Bertanzetti e il marito Alessandro Nisi: «Lui è la mia forza»
Sara Bertanzetti e il marito Alessandro Nisi: «Lui è la mia forza»

Sara Bertanzetti ha 30 anni. E fin dalla nascita combatte contro la fibrosi cistica, una grave malattia genetica. Ma lei non si considera sfortunata. Anzi, la sua testimonianza parla il lessico di amore e riconoscenza per chi riesce a capirla e coccolarla anche nei momenti più bui. Sara è vissuta a Idro fino a tre anni fa. Dopo il matrimonio con Alessandro Nisi si è trasferita a Sabbio Chiese. Lavora come impiegata e i suoi grandi occhi azzurri nascondono i apparentemente i problemi salute con cui deve convivere.

La malattia le è stata diagnosticata alla nascita, ma negli ultimi due anni la sua qualità della vita è peggiorata. Ma c’è una speranza: Sara sarà presto inserita nella lista d’attesa per il trapianto dei polmoni. «È stata dura accettare il peggioramento – ammette -, ma sono stata fortunata perché ho incontrato i medici del Centro di supporto per la fibrosi cistica dell’adulto degli Spedali civili di Brescia».

Un incontro fortuito, nel senso che Sara è sempre stata in cura in un ospedale veneto. Poi in seguito a una grave emottisi è stata ricoverata al Civile.

ALLA LUCE DELLE CURE ricevute ha deciso di farsi seguire nel centro annesso al reparto di Pneumologia e fisiopatologia respiratoria guidato da Giordano Bozzola. «A Brescia ho trovato umanità e professionalità - afferma Sara -. La mia vita e l’approccio alla malattia sono cambiati. Non è facile convivere con la fibrosi cistica: il non potersi muovere liberamente, faticare a fare piccoli gesti quotidiani, ricoveri, esami e cure invasive ti zavorrano l’esistenza, ma da quando ho incontrato le dottoresse Marialma Berlendis e Gundi Steinhilber, si è instaurato un rapporto così profondo che tutto sembra un po’ meno doloroso. La dedizione e l’approccio umano che mettono nel loro lavoro riescono a rigenerare la speranza».

Grazie ad alcune donazioni nel reparto sono state attrezzate due stanze, sempre disponibili per chi soffre di questa malattia e da ultimo nel 2015 è stato attivato il supporto psicologico, coordinato dalla dottoressa Barbara Fiora, che aiuta i pazienti e i loro familiari ad affrontare il duro percorso di chi è affetto da questa patologia.

MA NON È SOLO L’ospedale a «coccolarla» e sostenerla nei momenti difficili. Sara ha sempre potuto contare sui genitori e il fratello e ha trovato il grande amore della vita in Alessandro. «La malattia è un fardello pesante – conclude Sara -, ma vado avanti giorno per giorno perché sono circondata da tanto affetto e da un grande amore».

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