Da Muscoline a piedi attraverso il «Baldo» Il viaggio in tre tappe

di A.GAT.
I cinque temerari di Muscoline in posa sulle rive del lago di Garda
I cinque temerari di Muscoline in posa sulle rive del lago di Garda
I cinque temerari di Muscoline in posa sulle rive del lago di Garda
I cinque temerari di Muscoline in posa sulle rive del lago di Garda

Il peggio è passato, le impervie fatiche sono alle spalle: nel primo pomeriggio il gruppetto dei cinque di Muscoline (tre alpini e due amici del gruppo locale, a cui però si è aggiunto un sesto compagno d’avventura conosciuto lungo il viaggio) dovrebbero finalmente raggiungere la città di Trento per partecipare all’adunata nazionale. Ci sono arrivati in tre giorni, partendo mercoledì all’alba, e l’hanno fatta (quasi) tutta a piedi, più o meno per un centinaio di chilometri attraversando le montagne e i sentieri: sono proprio loro i protagonisti della memorabile traversata, il capogruppo muscolinese Francesco Folli e i consiglieri Giordano Persavalli e Alberto Zabbialini, accompagnati dagli amici Marzia Bonomini e Andrea Perini, oltre che da un terzo alpino, il bergamasco Giovanni Donda, che partito da Desenzano voleva raggiungere anche lui l’adunata trentina. LA CRONACA di un bellissimo viaggio: la partenza mercoledì dal paese, a piedi fino a Salò per imbarcarsi sul battello che li ha poi portati a Malcesine (dove hanno incontrato Donda), poi la funivia per raggiungere il Baldo. Dal Baldo verso il monte Altissimo, per la prima pausa: di nuovo in pista dopo un rifornimento di salame e carboidrati per raggiungere Nago, già in provincia di Trento. Ci sono arrivati un po’ in ritardo, quasi alle 21, rallentati dal maltempo: non solo pioggia e vento ma pure la grandine. Sono ripartiti ieri mattina verso le 9, con qualche ora di riposo in più: sono risaliti verso il passo di Santa Barbara, attraversando alcune trincee della Grande Guerra, poi verso la Val di Gresta e la Val di Cei, intorno alle 19 l’arrivo della seconda tappa, prima di ripartire stamattina per arrivare a Trento. Il peggio è passato, dicevamo: anche ieri più di 1100 metri di dislivello, tra sentieri scoscesi e brulli paesaggi. In tre giorni hanno fatto più di 70 chilometri a piedi, lungo percorsi tutt’altro che agevoli: 35 chilometri il mercoledì, di cui parecchi sotto l’acqua, 20 il giovedì e gli ultimi 20 stamattina. L’obiettivo è arrivare a Trento verso mezzogiorno: «L’importante è arrivare – ci raccontano – e se lungo la strada qualcuno ci offrirà un bicchiere, non saremo certo così maleducati da rifiutarlo». Anche un brindisi ci vuole, non meritato ma meritatissimo. •

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