Differenziata, il fai da te crea occupazione

di Massimo Pasinetti
Bidoni condominiali per il «porta a porta» integrale a Preseglie
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Sono i numeri, importanti, a dimostrare che, anche dal punto di vista occupazionale, l’autogestione dei servizi può essere una risorsa notevole. Succede in Valsabbia, dove il nuovo sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti gestito in house, ovvero autonomamente dal territorio, è fonte di una forte ricaduta positiva in questi tempi di magra: entro l’autunno saranno infatti ben 39 le nuove assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato. La differenziata fatta in casa, insomma, non solo funziona per il risultato ambientale, ma anche come risposta alla discoccupazione. TUTTO RUOTA attorno alla «Sae», la neonata società Servizi ambiente energia Vallesabbia, braccio operativo della Comunità montana che gestisce il servizio in modo diretto senza più ricorrere come in passato all’assegnazione a terzi. Da circa 6 mesi il controllo diretto del settore rifiuti sta dando risultati sempre più lusinghieri: in poco tempo la percentuale di riciclato ha raggiunto l’80% e con materiali di qualità, mentre l’indifferenziato è sceso a meno della metà rispetto a prima. «Merito della Sae - sostiene il coordinatore Marco Baccaglioni - ma anche dei cittadini della valle che mostrano di aver capito l’importanza di fare del proprio meglio mentre differenziano in casa propria». «Tutto dimostra dunque che la strada intrapresa è quella giusta - aggiunge il presidente comunitario Giovan Maria Flocchini -, anche se c’è ancora tanto da fare per migliorare». Nel frattempo però arrivano le buone notizie sul fronte occupazionale. «Quando abbiamo iniziato - prosegue Flocchini - vigeva il decreto legge Madia che impediva l’assunzione nel pubblico di dipendenti a tempo indeterminato. Ma ora che la norma è decaduta (il 30 giugno) già il primo luglio abbiamo assorbito a tempo indeterminato 12 ex dipendenti di Aprica (la spa che prima svolgeva il servizio di nettezza urbana) ed è stato dato il via all’assunzione con bando pubblico per esami e in tempi brevi (21 unità a ottobre e 6 a novembre), di altri 27 operatori, autisti e lavoratori generici». Come dire che presto 39 persone disporranno di un lavoro stabile e sicuro che permetterà di vivere e non più, come nel caso del precariato, di sopravvivere. E gli sviluppi di una futura crescita del settore potranno anche aprire altre opportunità. «Questo è un messaggio importante - conclude il presidente - in questa fase di difficoltà». •

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