Frana e disagi, un altro giorno di passione

di Massimo Pasinetti
I  rocciatori al lavoro lungo il versante dal quale si è staccata la frana che ha invaso la Provinciale 55La strada liberata ieri in parte per permettere il transito dei pullmanI massi precipitati martedì sera nel letto del torrente DegnoneIl guard rail sfondato dai massi
I rocciatori al lavoro lungo il versante dal quale si è staccata la frana che ha invaso la Provinciale 55La strada liberata ieri in parte per permettere il transito dei pullmanI massi precipitati martedì sera nel letto del torrente DegnoneIl guard rail sfondato dai massi
I  rocciatori al lavoro lungo il versante dal quale si è staccata la frana che ha invaso la Provinciale 55La strada liberata ieri in parte per permettere il transito dei pullmanI massi precipitati martedì sera nel letto del torrente DegnoneIl guard rail sfondato dai massi
I rocciatori al lavoro lungo il versante dal quale si è staccata la frana che ha invaso la Provinciale 55La strada liberata ieri in parte per permettere il transito dei pullmanI massi precipitati martedì sera nel letto del torrente DegnoneIl guard rail sfondato dai massi

La frana che lungo la Provinciale 55 ha interrotto i collegamenti tra Pertica Bassa e Vestone preoccupa ancora. La strada resta quindi chiusa, mentre i rocciatori della Provincia proseguono il disgaggio del versante cedevole. Ma se tutto andrà come previsto, gli interventi più urgenti si concluderanno questa sera, consentendo di riaprire (per ora a senso unico alternato) la Sp 55 già oggi o al più tardi domani mattina. Questo il verdetto emesso ieri sera, dopo il summit tra i tecnici della Provincia e il sindaco Manuel Bacchetti. Prima della riapertura sarà posato un new-jersey in cemento a protezione dalle acque del torrente Degnone, che scorre parallelo alla Provinciale, visto che per un certo tratto il guard rail in metallo è stato divelto dai quattro massi da 40 quintali che hanno concluso la loro corsa nel fiume. Ieri intanto è stata spostata una parte del materiale franato, in modo da creare un passaggio per i pullman della Laffranchi, l’azienda che gestisce il trasporto scolastico. La loro autorimessa si trova a monte della frana, e per utilizzarli bisognava farli scendere a Vestone. Conclusa in fretta l’operazione, la strada è stata richiusa. Anche se ieri, e sarà così anche oggi, sono stati in molti a transitare a piedi davanti alla frana: sia pendolari che lavorano a Vestone e dintorni, sia semplici cittadini che avevano commissioni di ogni genere da compiere (Vestone dista 500 metri dal punto in cui è avvenuto il distacco). Tutti sono stati fatti passare sotto gli occhi vigili dei tecnici. Pesanti in ogni caso i disagi, soprattutto per gli studenti e per chi per tornare a casa ha dovuto salire da Nozza fino a Livemmo e poi scendere ad Avenone. Una volta messa in sicurezza la zona, in tempi e modi ancora da definire, la Provincia poserà una rete paramassi lungo il versante a rischio. Certo è che a mente fredda appare sempre più evidente come l’improvviso smottamento di martedì, con tra i 40 e i 50 metri cubi di massi, detriti e piante caduti sull’asfalto a poche decine di metri dall’isola ecologica di Vestone, abbia davvero rischiato di causare vittime. Come i residenti commentavano ancora ieri: «Se qualcuno fosse passato in quel momento, avremmo dovuto raccoglierlo con il cucchiaino». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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