Il lago è sempre più in apnea:
l’equilibrio rischia di spezzarsi

di Giancarlo Chiari
Sul muro i segni della riduzione del livello dell’acqua a Paratico
Sul muro i segni della riduzione del livello dell’acqua a Paratico
Sul muro i segni della riduzione del livello dell’acqua a Paratico
Sul muro i segni della riduzione del livello dell’acqua a Paratico

Osservare l’acqua del lago d’Iseo al minimo, con il terreno del bosco dei tassodi quasi asciutto, con qualche pozza qua e là, a gennaio, guardare la diga di Sarnico dove l’acqua che esce fa pensare ad un torrente più che a un fiume non è una novità, ma vedere a nord il profilo delle montagne camune senza neve fa pensare.

DIECI ANNI FA, quando il livello idrometrico di Sarnico segnava + 6, quelle cime innevate erano la garanzia per i mesi estivi. Tra gli utenti del Consorzio che gestisce da 84 anni la diga di Sarnico, i gestori delle centrali idroelettriche che da alcune settimane vedono ridursi la quantità d’acqua da turbinare registrano un calo di produzione che inizia a preoccupare.

L’ingegner Massimo Buizza, direttore generale del Consorzio dall’87, che ha gestito diverse crisi, spiega: «Al momento con la diga manteniamo stabile il livello del lago in attesa che cambi il tempo, come è avvenuto tanto nel 2014 che nel 2015. Inverni poco piovosi si sono già registrati in passato anche se allora si vedeva la neve: il problema potrebbe risolversi tra febbraio a aprile come negli ultimi anni. La diga ci consente di gestire la situazione facendo uscire la stessa quantità di acqua che entra per tenere un livello stabile. Oggi il livello segna meno 8, e dalla diga escono in media 24 metri cubi d’acqua al secondo».

Buizza, fa notare però che l’aumento del prezzo dell’energia elettrica consente a chi la produce di compensare in parte la minor quantità di energia prodotta per l’inevitabile riduzione dell’acqua disponibile, materia prima indispensabile per le centrali. «Lo scorso anno - osserva - il prezzo di mercato dell’energia idroelettrica si era ridotto a circa 40 euro megawatt ora. A metà anno il fermo di diverse centrali nucleari in Francia lo ha fatto gradualmente risalire fino a circa 80 euro megawatt, e questo aumento compensa i minori ricavi provocati da una contrazione della produzione, conseguenza di una minor quantità, circa il 60 per cento in meno, di acqua immessa nelle turbine».

Previsioni? «Guardando la storia della diga di Sarnico si trovano diversi cicli anche se gli ultimi anni sembrano smentirli. Per capire se sarà un anno difficile bisogna attendere: lo scorso anno i valori medi sono risultati normali confrontati con la media storica. Per chi produce energia idroelettrica l’aumento del prezzo ha parzialmente compensato la ridotta produzione, per l’agricoltura bisogna aspettare».

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