Il pusher rampante custodiva quasi 3 chili di droga

di Alessandro Faliva
I vertici  della Compagnia di Salò  e della stazione di Vobarno
I vertici della Compagnia di Salò e della stazione di Vobarno
I vertici  della Compagnia di Salò  e della stazione di Vobarno
I vertici della Compagnia di Salò e della stazione di Vobarno

I carabinieri di Salò ritengono di aver disarticolato uno dei terminali strategici della rete di spaccio intessuta fra la Valsabbia e il Garda. I quasi tre chili di stupefacente sequestrati durante il blitz a Vobarno sono specchio del fiorente giro di droga che ruotava attorno a un marocchino di 35 anni, capace di gestire con consumata disinvoltura la sua doppia vita: carpentiere impeccabile sul lavoro di giorno, pusher di notte. A tradirlo è stata l’attività investigativa svolta nel sottobosco dei consumatori di stupefacenti dai carabinieri del Nucleo operativo di Salò, guidati dal luogotenente Fabrizio Cosimo, con il supporto dei colleghi della stazione di Vobarno, che stavano discretamente tenendo sotto controllo degli immigrati sospetti. L’attenzione è caduta anche sul carpentiere che, forse tradito dall’eccessiva sicurezza in se stesso, alcune sere fa è stato sorpreso nella piazza del paese mentre cedeva delle dosi di cocaina a un giovane. Da quel momento l’operazione ha avuto un effetto domino: nell’auto del nordafricano sono stati scoperti altri 30 grammi di cocaina, successivamente nell’abitazione è stato scoperto una sorta di laboratorio per il taglio e il confezionamento delle dosi di stupefacenti, con tanto di sacchetti e bilancini elettronici di precisione. I carabinieri hanno messo poi le mani sulla scorta di droga: due chilogrammi di hashish, divisi in panetti, e 700 grammi di cocaina. Infine è spuntato il tesoretto del pusher, 37mila euro. La quantità di droga e l’ingente somma di denaro fanno ritenere agli investigatori che il marocchino fosse un anello di congiunzione fra i grossisti e un network di piccoli spacciatori. L’esame dei tabulati dello smartphone del 35enne potrebbe aprire scenari investigativi interessanti ai carabinieri della Compagnia di Salò, guidata dal capitano Alessandro Firinu. Oltre che di spaccio di stupefacenti, il carpentiere deve rispondere anche di resistenza a pubblico ufficiale: durante l’arresto ha infatti aggredito i carabinieri tentando inutilmente la fuga.

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