«Illegalità e incongruenze
La Regione ha deciso
di non risolvere nulla»

Un inconsueto primo piano
Un inconsueto primo piano
Un inconsueto primo piano
Un inconsueto primo piano

Prima è toccato alla legge ligure poi, nelle ultime ore, a quella del Veneto. Nel secondo caso, un nuovo episodio dello scontro ricorrente tra Stato e regioni sulle questioni venatorie, è stata cassata una parte molto più ampia di una norma «sparatutto» in evidente contrasto con la legge quadro nazionale, ma in entrambi, la Corte Costituzionale, su ricorsi del Governo, ha bocciato l’affidamento delle campagne di contenimento faunistico, che per la legge 157 del ’92 spettano agli agenti dipendenti dagli enti pubblici, ai cacciatori.

La stessa possibilità, con in più quella di autorizzare agli abbattimenti degli animali direttamente i proprietari o i conduttori dei fondi danneggiati, è contenuta nella nuova legge regionale lombarda sulla gestione faunistica del cinghiale appena approvata dal consiglio. Ci si deve aspettare una prossima impugnazione governativa anche di questa norma?

INTANTO il mondo ambientalista punta l’indice non solo verso questa apparente illegalità. La nuova legge prevede in fase di applicazione l’individuazione di aree idonee e non idonee per gli abbattimenti: le seconde sono definite tali sulla base dell’assenza o del ridotto numero di esemplari, ma «come si può immaginare che gli animali restino confinati nelle prime visto che non esistono recinzioni o ostacoli di alcun genere? - si chiedono alla Lega per l’abolizione della caccia -. È evidente che si sposteranno, portando a una moltiplicazione dei problemi sul territorio e a un ulteriore incremento della presenza delle squadre di cacciatori».

Già al centro di polemiche (c’è anche un ricorso pendente al Tar) per il via libera all’uccisione non stop delle volpi in vaste aree dell’Ambito territoriale unico di caccia di Brescia, una operazione «bocciata» on line da una petizione firmata da quasi 81 mila persone, «la Regione ha deciso di investire somme ridicole, 20 mila euro per anno che saliranno a 30 mila per i prossimi due, nel capitolo della prevenzione dei danni all’agricoltura, rendendo ancora più evidente la volontà di affidare a soggetti non titolati una finta attività di contenimento di una specie la cui presenza dipende solo da una infinita serie di immissioni illegali attuate da chi adesso è chiamato a sparare - prosegue la Lac -. Questa è solo bassa macelleria, una mattanza multiplicata anche da un altro regalo venatorio: 15 giornate aggiuntive offerte a chi pratica la caccia di selezione».

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