In municipio
«sventola» il
tricolore sabaudo

Il tricolore sabaudo donato al Comune dai discendenti di Pietro Felter e che ora «sventola» in municipioIl sindaco Onorio LusciaIl municipio di Sabbio
Il tricolore sabaudo donato al Comune dai discendenti di Pietro Felter e che ora «sventola» in municipioIl sindaco Onorio LusciaIl municipio di Sabbio
Il tricolore sabaudo donato al Comune dai discendenti di Pietro Felter e che ora «sventola» in municipioIl sindaco Onorio LusciaIl municipio di Sabbio
Il tricolore sabaudo donato al Comune dai discendenti di Pietro Felter e che ora «sventola» in municipioIl sindaco Onorio LusciaIl municipio di Sabbio

Massimo Pasinetti Nessuna nostalgia e nessuna celebrazione postuma della monarchia sabauda, si affrettano a precisare dal municipio, ma a pochi giorni dal criticatissimo e discusso ritorno delle spoglie di Vittorio Emanuele III in Italia, il fatto non può non destare curiosità. NEL MUNICIPIO di Sabbio Chiese da qualche giorno, accanto alle bandiere d’Italia e d’Europa e allo stemma del Comune, è tornato a «sventolare» il tricolore ammainato definitivamente nel ’46, dopo che in Italia arrivò la Repubblica e Umberto II di Savoia fu esiliato: la bandiera sabauda, con tanto di corona e stemma della casa piemontese a campeggiare al centro della banda bianca. Voglia di revanscismo, si è chiesto qualcuno, ora che è tornata in Italia la salma di re Vittorio Emanuele III, al potere dal 1900 al 1946 e pesantemente colluso con il regime fascista? «No - spiega Onorio Luscia, sindaco di Sabbio - Da tempo la famiglia Dorsa-Stigliani - che abita a Sabbio ed è erede di Pietro Felter, morto nel 1915 dopo essere nato a Roè Volciano il 4 agosto di 59 anni prima - aveva manifestato la volontà di donare questa bandiera dell’Italia sabauda al Comune. Il vessillo è appartenuto proprio a Felter, diplomatico ed esploratore che ebbe in Etiopia un ruolo fondamentale nelle trattative diplomatiche tra il governo di Roma e le autorità locali». In un periodo di forti tensioni e di guerra aperta. Felter ebbe cinque figli: Antonio, Maria Diletta, Piera (nata nell’Harar, tenuta a battesimo dal ras Makonnen e sorella di latte di ras Tafari, il futuro imperatore Hailé Selassié I), Marco e Alba. Il 7 gennaio del 1896 Felter fu all’assedio di Macallè, e consegnò al generale Baratieri una lettera di Menelik II. Ebbe poi parte rilevante nelle trattative per la resa del 21 gennaio con l’onore delle armi. Per questo ebbe la medaglia d’oro al valore militare. Ma poi fu accusato in Parlamento di aver comprato la liberazione del contingente italiano per fini commerciali. Nel 1907 tornò in Italia deluso e malato. Morì a Sabbio Chiese 8 anni dopo. OGGI A SABBIO c’è via Pietro Felter, mentre in via Parrocchiale c’è l’antico palazzo del Felter abitato dai discendenti Dorsa-Stigliani. «Con delibera di giunta il Comune ha ufficializzato la donazione della bandiera sabauda che per ora è esposta in sala consigliare in attesa di una collocazione, sempre all’interno del palazzo comunale. Ma senza alcun intento revanscista e al netto di qualsiasi possibile polemica», conclude Luscia. Fini culturali e storici, insomma, che non hanno niente a che vedere con la politica. Anche se i giorni sono caldissimi sul fronte Savoia e monarchia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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