Interessi, rate e mutui arretrati:
il bilancio comunale è in affanno

di Massimo Pasinetti
Il municipio di Sabbio: il bilancio comunale è in affanno
Il municipio di Sabbio: il bilancio comunale è in affanno
Il municipio di Sabbio: il bilancio comunale è in affanno
Il municipio di Sabbio: il bilancio comunale è in affanno

Ha il fiato corto il municipio a Sabbio Chiese. Colpa dei 300mila euro all’anno che il Comune deve sborsare per coprire i mutui accesi in tempi non sospetti, una cifra che appesantisce e ingessa il bilancio. «Premettendo che gli investimenti che hanno generato questo aggravio di mutui, al tempo in cui vennero decisi, erano necessari - spiega il sindaco Onorio Luscia - ciò non toglie che ogni anno ci troviamo a dover affrontare una spesa di 300mila euro, dei quali 80.000 per gli interessi». Rate di mutuo che riguardano l’ampliamento sia del centro sportivo che della scuola materna, l’ampliamento della casa di riposo «Bertella» e il recupero artistico del Santuario della Madonna della Rocca.

«CI SONO POI tutta una serie di rate dovute a mutui contratti anche molti anni fa, per fortuna a tassi relativamente bassi, che hanno una lunga scadenza a causa dell’avvenuta rinegoziazione. E per fortuna che altre rate, come quella relativa al mutuo per la scuola elementare, sono estinte». Negli anni scorsi, sia nell’era di Fausto Pelizzari durata 15 anni, dal 1985 al 2004, che in quella di Rinaldo Bollani, rimasto primo cittadino, a seguire, dal 2004 al 2014 (insieme hanno governato Sabbio per 25 anni) tanto si è dovuto investire anche per colpa degli ingenti danni causato dal terremoto del 24 novembre del 2004.

Ora, con l’era di Onorio Luscia appena iniziata (anche se il neo sindaco era già in politica al fianco di Pelizzari e Bollani) tutto diventa più difficile, perché la crisi economica ha determinato un drastico calo delle entrate (compresi i cospicui tagli dei trasferimenti statali, veri e propri salassi) e le rate dei mutui prima contratti si sono accumulate. Diventa così sempre più difficile investire.

«Ci vorrebbe la ripartenza delle entrate comunali, che per noi vuol dire che tornano gli oneri di urbanizzazione - oggi il mattone è in crisi profonda - e quelli di escavazione. Ma anche qui, a ripartire dovrebbe essere l’edilizia».

Per ora non resta dunque che pagare le rate, lasciando in sospeso la questione investimenti.

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