L’oca di San Martino punta
al marchio di alta qualità

Finalmente al traguardo il piatto tipico di Paitone che sarà protagonista tra l’altro di una sagra diffusa (della durata di circa un mese) al via da quest’oggi: il Consiglio comunale ha appena approvato all’unanimità il disciplinare della ricetta de «L’Öc de San Martì», l’ultimo passaggio formale che sancisce così la conclusione di un percorso iniziato ormai mesi fa e che ha coinvolto i ristoratori e le associazioni del paese. Tra i cinque ristoranti in gara nel concorso andato in scena la scorsa estate alla fine l’ha spuntata la trattoria Tindaro, ed è sua la ricetta ufficiale che il Consiglio comunale ha infine deliberato: tra gli ingredienti non manca ovviamente l’oca, ma senza pelle, 50 grammi di pancetta, 150 grammi di salsiccia, e poi burro, sale, pepe, aglio, cipolle, olio, vino rosso e farina.

La preparazioni prevede una cottura lenta per almeno due ore, con l’aggiunta nel finale di burro e farina per confezionare la salsa. Sarà questa la ricetta che i ristoranti del paese (oltre a Tindaro anche l’Antica Trattoria Leone, il Tagliere d’Oro, l’agriturismo El Cioci, la trattoria Due Corone) proporranno da oggi al 26 novembre al prezzo di 20 euro, con polenta e contorno, ma con la possibilità di poter offrire allo stesso prezzo anche la propria ricetta: ognuno di loro ne ha ideata una proprio in occasione del concorso estivo. Le date simboliche saranno appunto la giornata odierna, inaugurale, e l’11 novembre, il giorno della ricorrenza di San Martino quando sarà organizzata una grande festa nella frazione di Marguzzo. «Il piatto tipico di Paitone servirà non solo a valorizzare la nostra cultura gastronomica - osserva il vicesindaco Maria Teresa Cavalleri - ma avrà anche un forte valore di promozione turistica, oltre ad essere una bella opportunità per le nostre attività». Il futuro insomma dell’oca di Paitone potrebbe essere la DeCo. la denominazione di origine comunale di cui già si fregia lo spiedo di Serle, o l’os de stomech di Lonato.

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