La centrale sul Chiese adesso è realtà

di Alessandro Gatta
Il tratto del Chiese sul quale si affaccerà la centralina idrolettrica
Il tratto del Chiese sul quale si affaccerà la centralina idrolettrica
Il tratto del Chiese sul quale si affaccerà la centralina idrolettrica
Il tratto del Chiese sul quale si affaccerà la centralina idrolettrica

Notizia nella notizia, caso più unico che raro in quel di Gavardo: il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il rilascio di una garanzia fidejussoria (da 350mila euro) a favore del Consorzio Idroelettrico del Mulino (partecipato al 50% dal Comune e al 50% dal Consorzio di Bonifica del Chiese) per la realizzazione della centralina elettrica sul fiume Chiese.

La fidejussione comunale si affianca a quella del Consorzio di Bonifica (altri 350mila euro): una doppia garanzia finalizzata ad accendere un mutuo da 700mila euro con la Bcc Colli Morenici del Garda, e che servirà appunto a costruire l’impianto.

Il piano di ammortamento è stato concordato in 180 rate mensili, da qui al 2032: poco meno di 900 euro al mese fino alla fine dell’anno, circa 4500 per i 174 mesi successivi. Tempi lunghi: l’ultima rata dovrà essere saldata il 25 maggio del 2032. Adesso però bisogna correre, ma correre davvero: per restare nei tempi del cronoprogramma ufficiale i cantieri dovrebbero prendere il via nelle prossime settimane, per concludersi in meno di 150 giorni (entro dicembre) così da far partire la centralina entro la fine dell’anno.

Il 31 dicembre è infatti il termine per non perdere il beneficio della tariffa incentivante prevista dal decreto ministeriale sulle rinnovabili.

FUNZIONA COSÌ: per i primi 20 anni il Consorzio Idroelettrico del Mulino potrà vendere l’energia elettrica prodotta a 0,21 euro al kWh, quasi tre volte in più rispetto alla tariffa ordinaria (0,08) euro.

Qualche numero? L’impianto ha una potenza autorizzata di 94 kilowatt, e prevede una produzione annua media di 539mila kWh, con una portata d’acqua di 6 metri cubi al secondo. Il progetto: si prevede l’utilizzo dell’antica travata del mulino con la realizzazione di un nuovo canale di scarico di 50 metri, inserito nel sedime del vecchio canale che devierà verso il Chiese fino a imboccare la centrale di nuova costruzione. I costi indicativi: circa 660mila euro (a cui si devono aggiungere qualche decina di migliaia di euro per i costi di gestione e di funzionamento) con 223mila euro di opere civili (demolizioni, scavi, cemento armato) e 256mila di opere elettromeccaniche (carpenterie, coclee). Come riportato dal piano finanziario allegato al progetto definitivo, con un mutuo di 15 anni si prevede un utile netto all’anno di 44mila euro fino al pagamento dell’ultima rata, di 100mila euro dal quindicesimo al ventesimo anno di attività, di 34mila dopo i 20 anni. Senza riduzione di potenza, e quindi con la produzione media fissata in 593mila kWh: in 30 anni il guadagno previsto è di circa un milione e mezzo di euro. Se invece si realizzasse lo scenario peggiore (toccando ferro, se la produzione fosse ridotta del 40%) per i primi 15 anni il Consorzio addirittura ci perderebbe, circa 5000 euro l’anno.

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