Materna unica,
la fusione è
al veleno

di Alessandro Gatta
L’edificio che ospita la materna Giovanni XXIII:  la struttura sarà chiusa e convertita dal ComuneGli spazi del Piccolo Principe:  qui la materna unicaL’interno dell’asilo comunale che sarà ristrutturato
L’edificio che ospita la materna Giovanni XXIII: la struttura sarà chiusa e convertita dal ComuneGli spazi del Piccolo Principe: qui la materna unicaL’interno dell’asilo comunale che sarà ristrutturato
L’edificio che ospita la materna Giovanni XXIII:  la struttura sarà chiusa e convertita dal ComuneGli spazi del Piccolo Principe:  qui la materna unicaL’interno dell’asilo comunale che sarà ristrutturato
L’edificio che ospita la materna Giovanni XXIII: la struttura sarà chiusa e convertita dal ComuneGli spazi del Piccolo Principe: qui la materna unicaL’interno dell’asilo comunale che sarà ristrutturato

Calo delle nascite e conseguente calo degli iscritti, un contratto di gestione in scadenza e non rinnovabile, l’insostenibilità economica: sono queste le motivazioni che a Nuvolera porteranno nei prossimi mesi all’inevitabile chiusura della scuola materna comunale Piccolo Principe. Di asilo ne rimarrà solo uno, gestito in regime di fondazione e di chiara ispirazione cattolica: la scuola paritaria Giovanni XXIII. E in paese sul tema infuriano la polemiche, sollevate dalle mamme dell’associazione «Amici del Piccolo Principe» quando il conto alla rovescia (anch’esso inevitabile) comincia a farsi pressante. «COME GENITORI ci sentiamo traditi - spiega Anna Ottelli, mamma di cinque bambini - perché se del progetto di ampliamento della scuola si era parlato, nessuno ci aveva mai paventato l’ipotesi di chiudere l’asilo comunale. E quindi ci troviamo di fronte a una scelta obbligata: o iscrivere i bambini alla paritaria, oppure fuori paese. E se davvero il problema è il calo delle iscrizioni, è doveroso chiedersi perché a Nuvolera deve rimanere solo la struttura privata, al posto di quella comunale che già c’è e funziona». Il sindaco Andrea Agnelli non si scompone: «La chiusura non è affatto una novità - spiega - perché se n’è discusso in Consiglio e durante due assemblee pubbliche già nel 2017 e lo scorso anno. Il dato di fatto è che a oggi i bambini al Piccolo Principe sono 46, a fronte di una capienza di 84, e in prospettiva sono destinati ancora a calare: basta pensare che nel 2006 a Nuvolera si contavano 68 nascite, nel 2017 solo 37. Non solo: la convenzione con la cooperativa Tempo Libero, che appunto gestisce l’asilo, scadrà alla fine di giugno e per legge non può essere rinnovata. Si dovrebbe fare un nuovo bando, ma con così pochi iscritti non è sostenibile». IL PROGETTO del Comune prevede l’ampliamento dell’attuale asilo comunale: un investimento di circa 1 milione di euro. L’edificio ristrutturato però sarà affidato in comodato d’uso alla fondazione della Giovanni XXIII, che vi trasferirà tutti i bambini: gli spazi svuotati della scuola saranno invece ceduti al Comune, e sviluppati in ambito sociale (forse anche una biblioteca). «Il servizio di scuola dell’infanzia sarà garantito sul nostro territorio dalla Giovanni XXIII - prosegue il sindaco - che è una scuola storica, aperta da più di un secolo e che ancora oggi conta un centinaio di iscritti. E nella sua gestione le istituzioni pubbliche hanno comunque la maggioranza relativa». Ma le mamme del Piccolo Principe non ci stanno: «Per noi l’asilo è solo questo, il nostro asilo - continua Ottelli - È bello e funziona, è un fiore all’occhiello. Un pezzo di noi, un pezzo di tutti, che adesso verrà ampliato con soldi pubblici e poi regalato a una fondazione privata». Prove tecniche di disgelo: non si esclude, spiega ancora il sindaco, «la possibilità di mantenere operativa la struttura e parte del corpo docente anche durante i lavori di ampliamento». Ma anche questo dipenderà dagli iscritti: da qui a pochi giorni le risposte definitive. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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