«Mia figlia continua a morire in quel sottopasso»

Il bel sorriso di Sara Comaglio Lo striscione  sarà esposto per due giorni dalla madre della vittima
Il bel sorriso di Sara Comaglio Lo striscione sarà esposto per due giorni dalla madre della vittima
Il bel sorriso di Sara Comaglio Lo striscione  sarà esposto per due giorni dalla madre della vittima
Il bel sorriso di Sara Comaglio Lo striscione sarà esposto per due giorni dalla madre della vittima

Oggi sarà il giorno del triste ricordo. Sono passati quattro anni dall’incidente sulla statale 45 bis, al sottopasso di Prevalle, che è costato la vita a Sara Comaglio. La 22enne era uscita di strada sbandando sulla carreggiata completamente allagata - nonostante in quel momento, alle 5.20 del mattino, non piovesse, l’asfalto era coperto da 10 centimetri di acqua -, e finendo contro un’auto. L’urto violentissimo non le aveva lasciato scampo. Sara Comaglio abitava a Muscoline ed era in forza alla Polizia locale di Gussago. Qualche anno prima si era arruolata negli alpini, ed era un’esperta paracadutista.

La morte di Sara non ha ancora avuto giustizia: l’inchiesta è ancora formalmente aperta per accertare eventuali responsabilità di due persone nella tragedia. Si attende l’udienza preliminare. Ma intanto gli anni passano senza lenire il dolore di Maria Luisa Massardi, la mamma della vittima, che oggi e domani, come accade da quattro anni, sarà sul cavalcavia del sottopasso «maledetto» con la gigantografia di Sara e uno striscione. «Per non dimenticare i suoi 22 anni, il suo sorriso e la sua voglia di vivere. Ma soprattutto - spiega Maria Luisa - per non distogliere l’attenzione da quella “trappola“». La «trappola» è quel sottopasso, per il quale nel 2014 sono stati spesi 400 mila euro per opere strutturali di illuminazione e per moderne tecnologie di controllo e monitoraggio del drenaggio. Lavori di messa in sicurezza che secondo la mamma di Sara non hanno ancora azzerato i rischi. Sono frequenti gli allagamenti a causa del blocco-avaria del sistema di pompaggio: «Non è la solita retorica, ma la triste realtà - spiega -. Ogni giorno di pioggia, il sottopasso si allaga. Come è accaduto la scorsa settimana: mercoledì ci sono finita dentro anch’io». La battaglia di Maria Luisa non registra cedimenti: «Quello che è capitato alla mia famiglia non deve ripetersi mai più. Vado avanti con coraggio, e soprattutto grazie all’aiuto di tutti gli amici che mi stanno vicini e non si sono dimenticati di Sara».C.REB.

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