Oca di San Martino
Dalla sfida tra chef
alla sagra «diffusa»

Ormai non è più un segreto, anzi: il conto alla rovescia è già ben avviato. In attesa del passaggio in Consiglio comunale, per l’approvazione della ricetta ufficiale, e del passaggio istituzionale per il riconoscimento della De.Co. (denominazione di origine comunale), il piatto tipico di Paitone (l’ormai celebre Öc de San Martì) sarà protagonista di una «sagra diffusa» che durerà quasi un mese, dal 29 ottobre al 26 novembre. Per tutto il periodo sarà possibile degustare il piatto a base d’oca nei ristoranti del paese (Trattoria Da Tindaro, Agriturismo El Cioci, Antica Osteria Due Corone, Antica Trattoria Leone, Il Tagliere d’Oro), gli stessi che hanno partecipato la scorsa estate al concorso che ha permesso di selezionare la ricetta ufficiale. Alla fine l’ha spuntata il Tindaro, il più votato dalla giuria tecnica composta da rappresentanti di associazioni, dell’amministrazione comunale e della minoranza, dell’Ecomuseo del Botticino, e presieduta dal giovanissimo chef gardesano Andrea Leali.

La preparazione prevede ovviamente carne d’oca (senza pelle), tagliata a pezzetti e fatta rosolare in un tegame con pancetta, salamina, aglio e vino rosso, poi cotta per due o tre ore a fuoco lento, e infine ricoperta di burro e farina, come a fare una salsina.

Sarà questa la ricetta che i ristoratori proporranno in degustazione (al prezzo di 20 euro, con polenta e contorno), ma che sarà comunque affiancata (su richiesta) dalle ricette che hanno partecipato e non hanno vinto, con la pelle, in umido o cucinata in stile «gourmet».

COME DETTO, il passaggio successivo sarà l’approvazione in consiglio comunale della ricetta, ultimo step prima del riconoscimento De.Co.

Un primo assaggio è andato in scena in occasione della storica Sagra di San Martino, che tra l’altro è andata benissimo: più di un migliaio di presenze (e oltre 1500 prese di spiedo). Ora non resta che aspettare che l’oca arrivi sul piatto dei tanti golosi che vorranno assaggiarla.A.GAT.

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