Pericolo valanghe, il Gaver è di nuovo isolato

di Mila Rovatti
Il cartello che avvisa del pericolo valanghe all’imbocco della stradaIl punto in cui la strada è chiusa
Il cartello che avvisa del pericolo valanghe all’imbocco della stradaIl punto in cui la strada è chiusa
Il cartello che avvisa del pericolo valanghe all’imbocco della stradaIl punto in cui la strada è chiusa
Il cartello che avvisa del pericolo valanghe all’imbocco della stradaIl punto in cui la strada è chiusa

Nel tardo pomeriggio di ieri la strada per il Gaver è stata di nuovo chiusa. Un rito che ormai si ripete puntuale ogni anno: prima le nevicate, poi si abbassano le temperature e scatta il pericolo valanghe che impedisce di transitare sulla Provinciale 669 da Valle Dorizzo al Gaver, che così diventa per l’ennesima volta irraggiungibile. UNA STORIA già vista e sentita decine di volte, per un problema cronico di sicurezza che ha gravemente penalizzato lo sviluppo turistico della zona. Rimangono gli affezionati degli sport invernali alternativi, che quando possono raggiungere il Gaver trovano ancora il modo di godersi questo angolo incantato che si trova ai piedi del Blumone, ma in generale la situazione resta difficile. Ormai assuefatti a questo «apri e chiudi», gli operatori rimasti non si lamentano nemmeno più. «Sarebbe solo fiato sprecato», il commento più gettonato. Ad alzare le mani e ad arrendersi, invece, Carlo Gervasoni, proprietario degli impianti di risalita, che quest’anno ha gettato la spugna e ha messo tutto in vendita. Chi ancora resiste, in dignitoso silenzio, guarda alla prossima primavera, quando dovrebbero, ma il condizionale è più che mai d’obbligo, iniziare i lavori per la realizzazione del nuovo paravalanghe in località «Canal rot», poco più a monte dell’abitato della frazione Valle Dorizzo, uno fra i canaloni più pericolosi, da dove puntualmente si staccano slavine anche grandi che scendono fino alla strada, mettendo costantemente in pericolo la sicurezza di chi vi transita. Si tratta di lavori che costeranno 1 milione e 600mila euro e saranno finanziati per 1 milione dai fondi destinati ai comuni di confine; il resto è stato reperito dal Comune di Breno, che ha trovato supporto nelle Comunità Montane di Valle Sabbia e Valle Camonica. Una piccola speranza insomma c’è, anche se da ieri la strada è di nuovo chiusa. E lo resterà almeno fino domani, quando il nivologo salirà in quota per un sopralluogo e deciderà in merito. Sul versante opposto, chiusa anche la 345 che da Breno sale verso il Bazena. Sulle due strade sono stati posizionati blocchi in cemento armato, in quanto la Provincia è obbligata per legge a renderli inamovibili. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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