Rifiuti e calotte:
la differenziata
ha fatto «boom»

Rifiuti pericolosi abbandonati
Rifiuti pericolosi abbandonati
Rifiuti pericolosi abbandonati
Rifiuti pericolosi abbandonati

A Sabbio Chiese, nel 2014 e nel 2015, la raccolta differenziata ha raggiunto le ragguardeboli quote del 68,73 e del 70,87%, ben al di sopra della soglia del 65 stabilita per legge. Ma fu vera gloria? Va detto che la quota del 70,78% è data dal rapporto tra i rifiuti differenziati (nel 2015 1.061 tonnellate) e il totale dei rifiuti raccolti (1.497 tonnellate). Ma il valore viene calcolato sulla base del peso dei rifiuti contenuti in ogni singolo cassonetto. Dove sta il problema? Semplice: alcuni cittadini, in modo più o meno consapevole, non differenziamo come dovrebbero. E questo costringe A2a a un’ulteriore differenziazione, con aumento dei costi di smaltimento e con la percentuale della raccolta differenziata che inevitabilmente cala.

DA INIZIO 2014 a Sabbio è entrato in vigore il sistema dei cassonetti a calotta, un congegno elettro-meccanico montato sullo sportello dei contenitori per umido e indifferenziato, che può essere aperto solo dai residenti, in possesso di un’apposita chiave elettronica fornita dal Comune. Inoltre, certi rifiuti possono essere conferiti al centro raccolta di località Disa o all’isola ecologica di Mondarone, a Preseglie. E per i rifiuti ingombranti c’è il servizio «Ecocar», con ritiro gratuito a domicilio. Tutto bene. Solo che nei cassonetti si trovano spesso rifiuti fuori posto.

Inoltre, il sistema a calotta utilizza congegni delicati che spesso danno problemi: le calotte si bloccano e si rompono, e il cittadino allora abbandona il sacchetto a terra, con quindi nuovi costi per il recupero. Senza contare gli sgraditi episodi di vandalismo, con incendi e abbandoni. Per questo sono attivi a Sabbio un sistema di videosorveglianza e il controllo continuo delle isole. Ma non basta, e non è la soluzione che si vorrebbe. Quindi, seppur a fine 2015 Legambiente ha attribuito a Sabbio il titolo di Comune «riciclone», c’è ancora molto da fare.M.PAS.

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