L’allarme è scattato alle 20 di giovedì nelle Industrie riunite odolesi (Iro), grazie ai sensori che hanno rilevato radioattività nel rottame sottoposto a fusione. Nelle ore successive i controlli dell’Arpa hanno perso le tracce delle emissioni, ma il forno dell’acciaieria, l’unico, è stato fermato per un mese per verificare altre possibili situazioni di rischio: 30 giorni di stop che causeranno danni all’azienda, costretta a consegnare solo il materiale già pronto in magazzino. FINITE le scorte sarà inevitabile il rallentamento fino alla fermata; che comunque non sarebbe stata lontana, coincidente con le ferie di agosto. Tornando all’incidente, la segnalazione agli organi di controllo è stata immediata, e nello stabilimento Iro sono arrivati prima i vigili del fuoco da Brescia e poi i tecnici dell’Arpa. Nella mattinata di ieri il responso: nessuna traccia di radioattività. Un guasto dei sensori? No. Probabilmente la piccola quantità di materiale radioattivo è arrivata mescolata a piombo che ne ha impedito la rilevazione all’ingresso. Poi però il rottame è stato fuso, la schermatura da piombo si è azzerata e la seconda serie di misuratori ha individuato gli isotopi; poi cancellati dalla fusione. Il contatto c’è comunque stato, e se il laminatoio proseguirà il lavoro il forno deve chiudere per accertamenti. L’allarme rientra, ma non del tutto. Il sindaco Fausto Cassetti dice la sua su quanto accaduto: «La Iro possiede l’Autorizzazione integrata ambientale ed è quindi assolutamente in regola. Ma se quanto accaduto non appare preoccupante rimane la certezza che non bisogna mai abbassare la guardia. Sono anche disposto a emettere una ordinanza di chiusura per una qualsiasi azienda che non dovesse porre in atto tutte le attenzioni dovute». •