Spara in aria con il fucile
ma gli costa un sequestro

Mette in fuga i ladri sparando in aria, ma non lo può fare. Per questo la ventina di fucili detenuti, tutti regolarmente denunciati, gli sono stati sequestrati dai carabinieri che lui stesso aveva chiamato quando ha visto i ladri nel cortile.

È accaduto l’altra notte a un vobarnese di 49 anni appassionato cacciatore, proprietario di diverse armi, in parte sue ed in parte ereditate da papà, nonno e bisnonno. L’altra notte l’uomo ha visto nel piazzale della sua azienda qualcuno che stava tentando di rubare gasolio da uno dei camion parcheggiati. Per farli scappare l’imprenditore ha esploso in aria alcuni colpi di fucile.

Non per nulla sul cancello d’entrata del capannone aveva messo un cartello con la scritta: «Attenzione, la scavalcata può causare una sparata». I ladri spaventati si sono dati alla fuga, e lui ha chiamato i carabinieri. Tutto risolto? No, perché in casi come questi la legge è assai chiara: tra le case non si può sparare, neanche per far scappare i ladri, neanche in aria. Ed ai militari intervenuti direttamente da Salò, non è rimasto altro da fare che sequestrare in via cautelativa i fucili e ritirare il porto d’armi. Comprensibile lo stupore del vobarnese che ha trenta gionri di tempo per reclamare la restituzione delle armi rivolgendosi al Prefetto. La notizia si sparsa in un lampo, suscitando oltre che il dibattito tra la gente del paese anche le obiezioni della Lega nord.

«Siamo alla commedia dell’assurdo. Un cittadino sorprende i ladri che nella notte tentano un furto di gasolio ai danni di uno dei suoi camion, li mette in fuga sparando in aria e i carabinieri gli portano via il porto d'armi e gli sequestrano i fucili. Altro che eccesso di legittima difesa qui il cittadino viene messo sotto processo e gli si nega il diritto a una qualunque forma di difesa, questo sì è un eccesso». Queste le parole del deputato Stefano Borghesi.M.PAS.

Suggerimenti