Sulla maxi Casa di riposo una pioggia di polemiche

di A.GAT.
In una simulazione grafica la futura casa di riposo di Gavardo
In una simulazione grafica la futura casa di riposo di Gavardo
In una simulazione grafica la futura casa di riposo di Gavardo
In una simulazione grafica la futura casa di riposo di Gavardo

Il progetto del maxi ampliamento della Fondazione La Memoria corre veloce: il 28 giugno il Piano integrato d’intervento sarà già in consiglio. Ma in paese prende piede il partito del dubbio, quelli che cioè non sembrano convinti del piano decennale (da qui al 2028) presentato in commissione (pubblica) e che prevede l’aumento di 40 posti letto, da 75 a 115, con oltre 1000 metri di superficie in più, l’ampliamento di cucina e lavanderia, un nuovo porticato, la mensa e il centro diurno, il nuovo auditorium, la riqualificazione del parco e la riorganizzazione dei parcheggi (a fronte di un investimento di almeno 9 milioni, e solo di costi edili). NON POCHI i malumori emersi l’altra sera all’auditorium Cecilia Zane (sala strapiena): le due minoranze, per cominciare, hanno espresso parecchie perplessità. «È folle che non si sappia quello che andiamo a spendere», ha detto Manuela Maioli di Gavardo Rinasce. «Con questa convenzione il Comune non avrà più potere decisionale», ha aggiunto Silvio Lauro di Gavardo in Movimento. Sono emerse perplessità anche da parte degli stessi componenti della Commissione territorio, chiamata a esprimere un parere ma che poi non è stato espresso: in particolare, si è parlato dell’impatto del progetto sul patrimonio della Fondazione e dell’assenza di un concorso pubblico per la progettazione. IMPOSSIBILE non rilevare anche l’acceso diverbio tra il direttore della Fondazione Alessandro Salvadori e l’ex componente del Cda Liviano Bussi. Certo il progetto è complesso: la fase A dovrebbe concludersi nel 2022, con un primo ampliamento (da 20 posti letto), la riqualificazione del parco, la cucina e la lavanderia, un nuovo bar e la sala eventi. La fase B dal 2026 al 2028, con altri 20 posti letto, l’auditorium e il centro diurno, ambulatori, mensa, portico e palestra. Nel mezzo una fase intermedia (dal 2022 al 2026) in cui si dovrebbero portare a termine le condizioni vincolanti per la fase B, tra cui l’eventuale spostamento del pozzo e il trasferimento delle 9 famiglie della palazzina Aler in un nuovo stabile. L’amministrazione difende il Piano: «La Casa di riposo oggi è brutta e inadeguata - ha detto il vicesindaco Sergio Bertoloni - e noi abbiamo l’onore e il piacere di portare avanti il progetto. Abbiamo piena fiducia nella Fondazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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