Uccellagione «urbana» Preso con cinque reti a due passi dalla chiesa

di P.BAL.
Uno dei pettirossi salvati dalle reti di Agnosine
Uno dei pettirossi salvati dalle reti di Agnosine
Uno dei pettirossi salvati dalle reti di Agnosine
Uno dei pettirossi salvati dalle reti di Agnosine

Che la pratica dell’uccellagione sia spesso «urbana», ovvero attuata direttamente nei centri abitati, non è una novità. La collocazione di trappole e reti nei giardini e negli orti magari recintati di abitazioni private mette spesso al riparo da occhi indiscreti. Spesso, ma non sempre. GLI AGENTI del Nucleo ittico venatorio della polizia provinciale hanno infatti scoperto proprio un caso del genere ad Agnosine, rovinando (per fortuna) il Natale a un bracconiere recidivo di 67 anni che catturava avifauna protetta a due passi dalla chiesa parrocchiale del paese. L’operazione degli agenti del distaccamento di Vestone è stata portata a termine il 24 dicembre anche con la collaborazione di una guardia venatoria volontaria della Provincia, e ha portato al sequestro di cinque reti, alla liberazione di due pettirossi e di un merlo appena catturati e di dieci richiami vivi protetti (lucherini, passere d’Italia, fringuelli e storni) detenuti illegalmente dall’uccellatore, che naturalmente è stato denunciato per furto venatorio.

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