Un arsenale dietro
l’esplosione. Sfiorata
strage a Villanuova

di Franco Mondini
I carabinieri hanno isolato la zona teatro dell’esplosione di giovedì sera FOTOLIVE/SIMONE VENEZIA
I carabinieri hanno isolato la zona teatro dell’esplosione di giovedì sera FOTOLIVE/SIMONE VENEZIA
I carabinieri hanno isolato la zona teatro dell’esplosione di giovedì sera FOTOLIVE/SIMONE VENEZIA
I carabinieri hanno isolato la zona teatro dell’esplosione di giovedì sera FOTOLIVE/SIMONE VENEZIA

L’imprudente passione per i cimeli bellici della Seconda guerra mondiale di un operaio di Villanuova ha rischiato di provocare una strage a Villanuova. Gli accertamenti sull’esplosione che l’altra sera ha gravemente ferito Diego Manessi, hanno portato alla luce un quadro inquietante.

La deflagrazione è avvenuta nel garage della casa in via Galileo Galilei - dove l’operaio di 40 anni abita con la moglie e due figli. Nell’autorimessa teatro dello scoppio, i carabinieri hanno scoperto un arsenale illegale di ordigni e bombe a mano, potenzialmente ancora letali. L’altra sera, Manessi stava proprio maneggiando uno di questi pericolosi cimeli, quando è stato investito dall’esplosione della spoletta di un proiettile di artiglieria.

Il 40enne ha riportato varie contusioni e una ferita molto profonda ad una gamba. Trasportato d’urgenza alla Poliambulanza è in prognosi riservata. La stanza dell’operaio è stata piantonata dopo l’arresto fatto scattare dai carabinieri di Salò con l’accusa di detenzione di materiale bellico illegale. Nel pomeriggio, il provvedimento di custodia cautelare è stato revocato dal pm Carlo Milanesi .

Nel frattempo sotto l’egida degli artificieri dell’Arma l’autorimessa che custodiva l’arsenale è stata bonificata. I carabinieri hanno sequestrate altre 11 ordigni e una bomba a mano. Altri tre proiettili in perfetto stato di conservazione sono stati trovati all’interno dell’utilitaria dell’operaio parcheggiata a poca distanza. Probabilmente si tratta di materiale che aveva da poco ricevuto o trovato e che stava portando nel garage per arricchire la sua collezione.

AI CARABINIERI dovrà spiegare come e dove ha reperito i cimeli che hanno messo a repentaglio la sua incolumità, quella della sua famiglia e dei vicini. Per capire il rischio corso, basta pensare che a causa della deflagrazione, due palazzine confinanti il garage sono state dichiarate inagibili.

Quando è stato udito lo scoppio la moglie e i vicini si sono avvicinati al garage da dove usciva fumo e si avvertiva odore di polvere da sparo. Diego Manessi era a terra e perdeva sangue dalla gamba.

I due figli sono stati allontanati e hanno trascorso la notte in casa di vicini e parenti mentre la moglie è corsa a Brescia per sincerarsi delle condizioni del marito. Le indagini proseguono: il sospetto dei carabinieri è che il collezionista possa essere il terminale di un traffico di cimeli bellici.

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