Zie derubate e abbandonate
Chieste pene per 18 anni

Il palazzo di giustizia  di Brescia
Il palazzo di giustizia di Brescia
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Il palazzo di giustizia di Brescia

Diciotto anni di reclusione. Sono le pene complessive invocate dal pm Ambrogio Cassiani per i tre imputati nel processo imperniato su una vicenda familiare che ha avuto come teatro Vestone. Sei anni sono stati chiesti nell’udienza di ieri per Sergio Bagozzi accusato di abbandono e circonvenzione di incapace con l’aggravante della morte e sei anni per la moglie Bruna Buccio e per il genero Giuseppe Scarmozzino che devono rispondere di riciclaggio. Secondo l’accusa avrebbero ripulito il conto corrente di due anziane parenti, lasciandole prive di cure, al punto che una nell’autunno 2011 morì di stenti a 89 anni, mentre la sorella - di dieci anni più anziana - fu trovata in condizioni di grave incuria. Per i difensori invece la corte d’assise deve assolverli tutti e da tutti i reati. Ammonta a circa 600mila euro la cifra sottratta dai conti correnti delle anziane. «Dalla sera alla mattina vengono dati i soldi a genero e moglie di Bagozzi - ha affermato fra l’altro nella requisitoria il pm - che nel gennaio 2009 comincia ad avere paura di perdere la disponibilità del patrimonio delle zie». Tra i difensori l’avvocato Vanni Barzellotti ha sottolineato che per Bagozzi, «non esisteva dovere di cura delle zie prima della nomina ad amministratore di sostegno. È improprio attribuire a Bagozzi un dovere di custodia». E ancora: «Il dato da considerare è che fino ad allora le due anziane avevano manifestato la volontà di rimanere a casa. Il diavolo se esiste non ha i panni di Bagozzi che ha fatto quello che poteva per venire in soccorso alla zia». Il 27 gennaio è fissata la nuova udienza.M.P.

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