Animali, si chiude un anno da dimenticare

Il pallino nell’occhio della poianaIl gatto ferito da trappola e fucilate a Zone e curato a IseoLa poiana sparata a Brescia e liberata nel Parco del TicinoIl gheppio trovato a Polpenazze
Il pallino nell’occhio della poianaIl gatto ferito da trappola e fucilate a Zone e curato a IseoLa poiana sparata a Brescia e liberata nel Parco del TicinoIl gheppio trovato a Polpenazze
Il pallino nell’occhio della poianaIl gatto ferito da trappola e fucilate a Zone e curato a IseoLa poiana sparata a Brescia e liberata nel Parco del TicinoIl gheppio trovato a Polpenazze
Il pallino nell’occhio della poianaIl gatto ferito da trappola e fucilate a Zone e curato a IseoLa poiana sparata a Brescia e liberata nel Parco del TicinoIl gheppio trovato a Polpenazze

Paolo Baldi Queste sono le ore degli auguri, dei bilanci e dei progetti, e molti bresciani si augurano che nei pensieri positivi di fine-inizio anno ci sia uno spazio anche per gli animali. Magari a partire dalla rinuncia ai botti che li terrorizzano. Ce ne sarebbe bisogno ovunque e soprattutto nel Bresciano, dove si è appena preparato un Capodanno triste per chi non ha voce; o meglio parole. Se potesse parlare, in effetti, non sarebbe tenero quel gatto randagio recuperato il 27 dicembre a Zone (dopo diversi tentativi) dai gestori del ristorante «Conca Verde»: se ne andava in giro da cinque giorni agganciato a un «sep» di grandi dimensioni. La tagliola era stata modificata da un trappolatore locale con la saldatura di chiodi e viti a straziare la zampa anteriore sinistra del malcapitato felino. Quando finalmente il micio è arrivato nell’ambulatorio iseano di una veterinaria, la dottoressa Cesarina Olivieri ha scoperto che l’animale era anche stato centrato da una fucilata, e che i pallini da caccia lo avevano accecato all’occhio sinistro. «Faccio da anni una involontaria collezione di sep piazzati per catturare illegalmente gli uccelli e che intrappolano anche le zampe dei felini - racconta la veterinaria -, ma uno così grande e modificato in questo modo non lo avevo mai visto. Quando il gatto, che è dolcissimo e ha circa un anno, è arrivato da me, affamato per un digiuno che durava da giorni, la tagliola gli aveva trapassato la zampa da parte a parte». OLTRE CHE PER I GATTI, il 2017 bresciano è da dimenticare per gli uccelli; e in particolare per i rapaci. L’ultima parte dell’anno, del resto, è stata coerente con i mesi precedenti, che hanno registrato l’abbattimento e spesso la morte di decine di super protetti (in teoria) animali da preda. Alla fine di ottobre, a un mese dall’apertura della stagione venatoria, parlando naturalmente solo degli esemplari ritrovati e recuperati, ne erano già stati centrati dalle fucilate o catturati dalle trappole ben 33, e l’elenco si è poi ulteriormente allungato. PER ESEMPIO con la poiana trovata proprio nel giorno di Natale nelle campagne di Puegnago, e arrivata nel Centro recupero animali selvatici di Paspardo solo nelle ultime ore per problemi logistici. Preso in consegna prima dai volontari dell’Enpa e poi dalla polizia provinciale, il rapace aveva il corpo pieno di pallini da caccia, e come il gatto di Zone ha avuto un occhio leso dalla fucilata. Difficile dire se, con un senso fondamentale come la vista dimezzato, potrà tornare a cacciare in libertà. Proprio ieri è stato tentato il recupero di un’altra poiana ferita, sempre sul territorio di Puegnago, ma l’operazione è fallita. Cure assicurate, invece (sperando che servano), per un gheppio raccolto venerdì pomeriggio, ancora dai volontari dell’Enpa, lungo una pista ciclabile a Polpenazze. Il piccolo rapace diurno ha un’ala sanguinante per l’ennesimo sparo di una doppietta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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