Caccia «semplificata» Governo contro Regione

di P.BAL.
Capanni e abitazioni: qualcuno non rispetta le distanze
Capanni e abitazioni: qualcuno non rispetta le distanze
Capanni e abitazioni: qualcuno non rispetta le distanze
Capanni e abitazioni: qualcuno non rispetta le distanze

Il capitolo delle censure si è aperto nei giorni scorsi con la bocciatura di una serie di emendamenti per la «liberalizzazione venatoria» che alcuni parlamentari della Lega volevano inserire nella legge di semplificazione all’esame di due commissioni del Senato. Adesso, per un paradosso politico sarà il Governo a guida Lega-5 Stelle a impugnare direttamente le modifiche alla legge regionale sulla caccia della Lombardia introdotte dalla legge di semplificazione che il consiglio regionale ha votato (con una maggioranza piuttosto traballante) nel dicembre scorso. LA CAMPAGNA di demolizione delle norme nazionali che regolano l’attività venatoria (contenute nella legge 157 del 1992) trova ostacoli continui, e le associazioni che hanno chiesto un intervento formale dell’esecutivo per fermarla, ovvero Lac, Lav, Wwf, Enpa e Lipu, plaudono naturalmente alla decisione di portare il problema davanti alla Corte Costituzionale. Il problema è rappresentato in particolare da quattro elementi di illegittimità contenuti nel provvedimento della Regione Lombardia: quattro scelte che secondo il Consiglio dei ministri, sollecitato dal ministero degli Affari regionali, contrastano appunto con la normativa nazionale. Secondo il Governo sarebbero state violate le regole statali sulla caccia autorizzando l’annotazione non immediata sul tesserino venatorio della selvaggina abbattuta, ma anche introducendo novità rispetto alle distanze di sicurezza che gli appostamenti fissi di caccia devono rispettare da luoghi di lavoro. Poi l’esecutivo punta l’indice sulla «semplificazione» che concede la possibilità di esercitare la caccia da appostamento o in forma vagante senza più dover scegliere in modo esclusivo tra una di queste due possibilità, e infine vengono presi di mira i nuovi criteri di misurazione delle distanze di legge degli appostamenti tra di loro e dai fabbricati: il Governo ricorda che valgono solo le distanze lineari, indipendentemente dalla morfologia del terreno. «Siamo ancora una volta di fronte a una pratica scandalosa - commenta la Lac -: quella di una Regione che legifera approvando disposizioni che già in partenza sono chiaramente riconoscibili come illegittime». •

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