Casa di riposo, ci sono le firme L’ampliamento diventa realtà

di Edmondo Bertussi

Con la firma del sindaco Oliviero Gipponi per il Comune e del presidente Savino Bontacchio a nome della Fondazione Istituto Bregoli Onlus, taglia finalmente il traguardo il progetto di ampliamento della casa di riposo. Una questione che era sul tappeto da almeno vent’anni e che stava a cuore all’intera comunità, da sempre vicina al Pio Istituto fondato nel 1849 da Angelo Bregoli con prima sede nella medioevale Mondaro. Una storia ultrasecolare scandita negli ultimi tempi da fatti importanti, a cominciare nel 1998 dall’inaugurazione della nuova sede a Stravignino e nel 2003 dalla trasformazione in Fondazione privata. L’AMPLIAMENTO era un problema aperto dal giorno successivo all’inaugurazione, un intervento necessario per la realtà economica più importante del paese, con 48 posti accreditati dalla Regione, 20 solventi (a pagamento privato) e una cinquantina di dipendenti. L’area necessaria di proprietà comunale fu subito individuata in quella attigua occupata da due campi da bocce. Ricorda l’ex presidente Balduchelli che, sindaco Valentino Maffina, il cda studiò una soluzione che reggeva su due pilastri: sul piano finanziario la vendita di proprietà del Pio Istituto e la possibilità di realizzare una ventina di posti per malati in stato vegetativo; dall’altro la proposta di spostare i campi da bocce sempre nella stessa proprietà a ridosso del ristorante Buscio, coprendoli con una tettoia da utilizzare come parcheggio pubblico. Ma in Consiglio comunale, con pareri trasversali, non si trovò la maggioranza. Allora la Fondazione dirottò le risorse sul recupero del rifugio del Colle di San Zeno. Ora la recente convenzione, approvata all’unanimità dal Consiglio. Prevede la concessione per 99 anni, rinnovabile, dell’area comunale dei due campi da bocce alla Fondazione per 40.000 euro, con impegno di questa a costruirne uno nuovo su un altro terreno comunale, adiacente la scuola materna di Stravignino. Il progetto, già passato in commissione edilizia, prevede la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica su due piani con al primo 10 camere con 20 posti letto «solventi», al pianoterra sala animazione e spazi di servizio; la formazione di un percorso pedonale e 11 parcheggi a uso pubblico nelle adiacenze; la sistemazione a verde dell’area non utilizzata. La Fondazione affronterà l’investimento da 1,5 milioni con un mutuo di 25 anni concesso dalla Banca Valsabbina. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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