Crisi, Lumezzane prova a rimettersi in moto

di Fabio Zizzo
Una veduta della Valgobbia: il tessuto economico prova a ricompattarsi dopo la crisi e la grande paura
Una veduta della Valgobbia: il tessuto economico prova a ricompattarsi dopo la crisi e la grande paura
Una veduta della Valgobbia: il tessuto economico prova a ricompattarsi dopo la crisi e la grande paura
Una veduta della Valgobbia: il tessuto economico prova a ricompattarsi dopo la crisi e la grande paura

C’è una flebile luce in fondo al tunnel della crisi. Niente di accecante e di definitivo, ma il dato è incontrovertibile e la speranza è che in Valgobbia sia davvero arrivato il momento dell’agognata ripresa.

E verrebbe da dire finalmente, tenendo conto che il settore manifatturiero è andato in affanno nel 2008 e da allora ha avuto più di una difficoltà a rialzarsi. Difficoltà legate anche alla mancanza di infrastrutture adeguate, un ulteriore ostacolo sulla via della completa guarigione.

MA QUALCOSA, come detto, sembra finalmente muoversi nella giusta direzione. Nelle ultime settimane, infatti, il sindaco Matteo Zani, l’assessore all’Urbanistica Roberto Chindamo e l’ufficio tecnico guidato da Gian Piero Pedretti hanno ricevuto in modo informale oltre una decina di richieste di ampliamento arrivate da azienda valgobbine: esigenze dovute all’aumento delle lavorazioni o per prodotti diversi che hanno bisogno di attrezzature più moderne e spazi più ampi. Il problema è che il Piano di governo del territorio è vincolante nelle possibilità di allargamento.

Ma il Comune intende sostenere e incentivare queste richieste sfruttando le leve a disposizione. Ad esempio il decreto 160 del Presidente della Repubblica, che consente al Consiglio comunale di calibrare delle varianti al tessuto urbanistico e più facilmente rispetto al vecchio piano regolatore. Ma dall’altra parte si vuole tenere conto anche del contesto urbanistico legato a strade, piazze e parchi, perché non si vuole tornare indietro ai tempi della giungla di case e aziende, quando la logica casa-bottega era imperante (con tutte le conseguenze e le storture del caso).

Per questo motivo il Comune invita tutte le imprese che hanno esigenze particolari di più spazi a presentare una richiesta entro il 30 novembre, allegando la documentazione cartografica della grandezza attuale del sito produttivo e il progetto di ampliamento corredato da numeri e prospettive. Via Monsuello potrà così valutare tutte le proposte per poi approntare un documento formale da sottoporre al Consiglio e le diverse varianti al piano di governo del territorio.

In ogni caso, le aziende potranno anche sfruttare la piattaforma digitale dello Sportello unico per le attività produttive per avanzare le richieste ufficiali. Negli ultimi anni, in modo particolare nei mesi scorsi, la giunta è stata chiamata a valutare e approvare diverse proposte di piani attuativi dei privati per allargare le imprese. Senza dimenticare il progetto ambizioso del terzo lotto nella zona industriale che è stato esaminato attraverso le amministrazioni ma è sempre rimasto nel cassetto perché mancavano le richieste dei privati per grandi ampliamenti o per i costi ritenuti eccessivi.

IL TESSUTO industriale valgobbino può contare su circa 1.830 aziende che danno lavoro a oltre 8.700 addetti secondo i dati aggiornati alla fine del 2016 dalla Camera di Commercio. L’idea che qualcuna di queste abbia bisogno di più spazi e senza allontanarsi dal paese dice che il motore lumezzanese sta ricominciando a girare. Ora si attendono le richieste nero su bianco e in Valgobbia si spera che non sia solo un fuoco di paglia. La crisi ha lasciato il segno e in tanti vogliono voltare pagina.

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