Dall’antico mulino una farina da 110 e lode

di Edmondo Bertussi
L’antico mulino Fracassi: ogni anno viene montato in piazza e diventa la stella di sagre e feste popolariRoberto Ronchini riceve il diploma in molituraRonchini impegnato nella rabbigliatura delle macine
L’antico mulino Fracassi: ogni anno viene montato in piazza e diventa la stella di sagre e feste popolariRoberto Ronchini riceve il diploma in molituraRonchini impegnato nella rabbigliatura delle macine
L’antico mulino Fracassi: ogni anno viene montato in piazza e diventa la stella di sagre e feste popolariRoberto Ronchini riceve il diploma in molituraRonchini impegnato nella rabbigliatura delle macine
L’antico mulino Fracassi: ogni anno viene montato in piazza e diventa la stella di sagre e feste popolariRoberto Ronchini riceve il diploma in molituraRonchini impegnato nella rabbigliatura delle macine

La doverosa festa di «laurea» l’hanno organizzata in municipio quelli dell’associazione «Vivere la nostra storia», riunitisi per celebrare un evento speciale: Roberto Ronchini si è diplomato in molitura. E così, lo storico Mulino Fracassi ora ha anche il suo mugnaio ufficiale. Fu proprio Ronchini a restaurarlo nel lontano 2012, all’interno della sua officina e con l’auto degli amici dell’associazione. Da allora il mulino è diventato una vera e propria star. DA SEI ANNI ogni estate troneggia in piazza Zanardelli, esibendosi con le sue macine in pietra e producendo ottima farina nostrana per la gioia (e il palato) di centinaia di turisti, che indugiano estasiati davanti al macchinario scattando foto e facendosi selfie. Un pezzo di storia del paese tornato in vita e per il quale si prevede una novità: lo spostamento sul fiume Bavorgo, in pieno centro, per farlo funzionare come all’origine ad acqua invece che a motore. Il mulino ha origini secolari che si perdono nella notte dei tempi, giaceva abbandonato e disastrato in località San Rocco. Funzionava, come illustrato da disegni del tempo, vicino al ponte verso Tizio, sul Bavorgo, sfruttando la forza della sua corrente. Una macina porta la scritta 1903, ma ne parlano documenti del 1666, e le «provvigioni» di quei secoli dispongono l’asta di aggiudicazione mediante bando pubblico «il primo febbraio di ogni anno». Recuperato come detto dall’associazione «Vivere la nostra storia» grazie alla passione di Roberto Ronchini, che l’ha portato a nuova vita nel 2012, dal 2013 viene montato in piazza per diverse feste e ricorrenze. Ronchini, 69 anni, imprenditore con 30 dipendenti, informato dagli amici che a Cerveno, in Vallecamonica, l’Eco Museo Concarena aveva organizzato per fine settembre un corso base di molitura con classi di 10 alunni ciascuna, si è iscritto. Ha sperimentato e imparato l’arte della rabbigliatura, la martellatura con lo scalpello delle macine in pietra per ottenere le scalanature che si irradiano da un foro centrale e che servono a perfezionarne la capacità di frantumazione e molitura evitandone il surriscaldamento. Attento professore Carlo Pedretti, con aule biblioteca e mulino di Cerveno. Alla fine la consegna solenne dell’attestato da parte della sindaca Marzia Romano. Ora il capitolo finale: smontaggio e ritorno sul fiume Bavorgo, con macine mosse da ruota che girerà con la forza dell’acqua, in uno degli orti incombenti sul fiume già acquisito. È stato commissionato il progetto da sottoporre alla Soprintendenza per adeguata «casetta» a difenderlo dalle ingiurie del tempo. Una volta ottenuta l’approvazione, il via. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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