Don Giancarlo, domani il saluto

Don Giancarlo Pasotti
Don Giancarlo Pasotti
Don Giancarlo Pasotti
Don Giancarlo Pasotti

Saluterà Pezzaze e Pezzoro domani don Giancarlo Pasotti. Alle 18 nella parrocchiale di Pezzaze dirà la sua ultima messa e verrà salutato ufficialmente dal sindaco Oliviero Gipponi con la consegna di un ricordo. Nuovo incarico: vicario di San Paolo, Cremezzano e Scarpizzolo. Cinquantasei anni, lumezzanese doc, vocazione adulta dopo essersi diplomato all’Itis, quasi un obbligo allora in Valgobbia nel pieno dello sviluppo, era entrato in seminario nel 1980. Ordinato nel 1986, per 13 anni curato a San Vigilio, aveva fatto il suo ingresso a Pezzaze, succedendo a don Ezio Bosetti, il 26 settembre del 1999, nel giorno, lo ricorda sempre, del compleanno del triumplino Paolo VI.

Un sacerdote speciale e anche insolito: cultore delle sacre scritture e del latino, ne cita passi interi nelle sue omelie. Ancorato alle tradizioni, amante degli antichi paramenti sacerdotali, entrando nella sua canonica si incontra il piccolo feretro con la scritta «memento», ricordati che polvere diventerai. Il tutto dopo aver salito una scala straordinaria con vetrate a vista sugli affreschi del 1500 ritrovati sotto un pesante strato di intonaco nell’ex chiesetta di San Rocco del Consiglio (1517), inglobata dalla canonica nel Settecento.

L’intero complesso è stato restaurato grazie ai suoi sforzi (quasi 400.000 euro) ed è stato inaugurato nel 2007.

TANTI I RICORDI che lascia, nel segno dell’impegno nelle opere parrocchiali ma anche civili, che rendono riduttiva la definizione di «prete tradizionalista», rigorosamente con paramenti neri nelle funzioni e nella processione al cimitero dei tridui dei morti.

Tra l’altro era nel cda della Casa di riposo, oltre che presidente della materna. Un parroco partecipe di gioie e dolori della sua gente.

Sicuramente avrà avuto un pizzico di commozione quando a Ferragosto, a Pezzoro, la sera dopo la messa solenne, è uscito per l’ultima volta dalla parrocchiale di San Michele. Alle sue spalle la straordinaria macchina dei tridui restaurata grazie allo Sci Club, con le sue luci accese, con il piviale e l’ostensorio in mano sotto l’antico baldacchino accompagnato dallo stendardo del Seicento e dalle alte lanterne colorate.

A sostituirlo don Omar Borghetti, valtrumplino di Zanano, ora a Iseo.E.BER.

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