Fede e antichi riti: è la festa di Sant’Antonio

di Edmondo Bertussi
L’asta dei prodotti agricoli e del maialino a Graticelle di Bovegno
L’asta dei prodotti agricoli e del maialino a Graticelle di Bovegno
L’asta dei prodotti agricoli e del maialino a Graticelle di Bovegno
L’asta dei prodotti agricoli e del maialino a Graticelle di Bovegno

Giovedì sera gli allegri rintocchi del campanile che svetta sopra l’antico grumo di case della medioevale Graticelle di Bovegno, ne hanno annunciato la prossima ricorrenza liturgica, martedì 17 gennaio, e l’inizio dei festeggiamenti: parliamo di Sant’Antonio Abate, protettore di agricoltori e animali domestici, detto «del porsèl», dal maiale che viene raffigurato ai suoi piedi, per distinguerlo da quello di Padova, «del bambinél».

In alta Valtrompia si custodisce e si ripete una ritualità antica in onore al Santo: nelle cascine si trova ancora la sua immagine protettrice sulla porta all’interno della stalla. Graticelle di Bovegno e Memmo di Collio sono rimaste custodi ed epicentro di un evento che unisce devozione a tradizioni di festa, musica e buona tavola ad allietare il periodo del breve riposo dalle fatiche dell’agricoltura. Si godeva dei beni della terra, dopo averne ringraziato Iddio e offerti in parrocchia per i poveri e a sostegno delle sue opere. Ambedue hanno le loro parrocchiali a lui dedicate. La prima, piccolo edificio sacro pieno di suggestioni di arte antica, nel 1584 sede giubilare con decreto del papa Gregorio XIII, dall’alto sovrasta la frazione. Il gruppo «Amici di Sant’Antonio», dopo l’«allegrezza» dell’annuncio, anima la tre giorni preparatoria al Tiratarde, unico locale del paese: ieri sera ha dato il via alla festa che proseguirà questa sera e domani con musica, piatti locali e buone bevute. E, come tradizione, offrirà il maialino che verrà battuto all’incanto martedì mattina, unito ai prodotti della terra e dell’allevamento raccolti in questi giorni con paziente tenacia, che non vien meno negli anni, da Bruna e compagnia passando di casa in casa.

UN EVENTO che fa ritornare ogni anno al paese originari e foresti. Si tiene sull’angusto sagrato della parrocchiale dopo la processione alle 9.30 (novità di quest’anno voluta dal parroco don Vitton Mea ad accentuare l’aspetto devozionale) che porterà la statua del Santo dalla cappella alla chiesa per la messa solenne, seguita dal bacio alla sua reliquia. Per dettato dei capifamiglia dell’antica vicinìa, tocca proprio al parroco fare il banditore di quanto raccolto, oggetto di sfide al rialzo di generosità.

A Memmo di Collio invece, dove l’antica parrocchiale è in coabitazione tra i santi Antonio Abate e Faustino e Giovita, domani alle 9.30, durante la messa solenne sarà benedetto il sale portato dagli allevatori all’altare: alla bisogna, verrà usato nell’acqua per gli animali ammalati. Poi, sul sagrato che domina la vallata, il parroco don Fabrizio Bregoli impartirà la benedizione quadrupla verso i punti cardinali per pascoli e cascine, animali e cristiani. Ad animare la parte prosaica della festa penserà il vicino Bar Pinocchio con le eccellenze locali: musica e trippa sabato sera, spiedo a mezzogiorno domenica.

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