Finalmente contattata
suor Erminia: «Sto bene»
Cuore amico non molla

Sono geograficamente lontani dell’epicentro dell’orrore ma il male e la paura che stanno divorando da dentro il Mali non conoscono limiti spazio temporali. Dopo l’attentato di Bamako, nulla è più come prima nel Paese africano.

LO SANNO BENE anche i volontari e religiosi bresciani che da anni si prodigano per aiutare una popolazione in condizioni economiche e sociali strutturalmente precarie. L’inquietante presentimento di un’azione terroristica ammettono con sfumature diverse, si avvertiva da tempo. Le stesse autorità ne avevano parlato ai religiosi stranieri presenti in Mali come suor Erminia Apostoli. Fortunatamente la missionaria originaria di Botticino sta bene. E cosi le 4 sorelle del Burundi - appartenenti alla congregazione della Santa casa di Nazareth fondata dal parroco di Botticino don Arcangelo Tadini canonizzato nel 2009 da papa Ratzinger - che si trovano con lei in missione dal natale del 2013 nella diocesi di Mopti. Una località distanti dall'hotel Radisson Blue della capitale Bamako dove venerdi è stato sferrato un attacco jihadista. Ma l'apprensione ha tenuto comprensibilmente col fiato sospeso la comunità religiosa di cui fanno parte e un paese intero. Un paese che conosce molto bene la suora 65enne, suo fratello don Isidoro - missionario anch'esso - e la loro famiglia. La situazione viene confermata da suor Emma Arrighini, per 18 anni Madre Generale della congregazione e da un anno superiora del convento a Botticino.

SUOR ERMINIA per 13 anni è stata la sua segretaria personale. Ancor prima - dopo la professione perpetua dei voti religiosi avvenuta quando aveva 25 anni - ha vissuto la propria vocazione tra lavoro in fabbrica e missioni in Burundi, come nello spirito e nel carisma delle suore operaie. Due delle quattro suore con lei in Mali si trovano a Bamako per imparare il Bambara, una delle numerose lingue dello Stato africano.

SUOR EMMA ha sentito al telefono suor Erminia ieri sera sollevando dall’ansia i parenti della religiosa di Botticino e in particolare la sorella Ermelinda che aveva provato a mettersi in contatto con il Mali senza esito. Era preoccupati. Ora le notizie tranquillizzanti hanno mitigato in parte l’angoscia. Nella diocesi di Mopti - pur essendo meno dell'1% i cattolici - la stragrande maggioranza dei musulmani ha molto rispetto per la veste e l'operato sociale delle suore operaie. Che oltre ad assistere bambini in difficoltà, supportano anche giovani donne alla ricerca di un lavoro o a crearselo. Lecito però temere un’escalation terroristica. Suor Emma spiega che «sembra che i terroristi abbiano voluto colpire un simbolo occidentale della ricchezza e del sfarzo». Il quadro resta delicato ma suor Emma assicura «che il progetto missionario proseguirà senza dubbi o ripensamenti, perchè la carità è la migliore risposte all’orrore e l’odio alimentato dai terrosti». In Mali stanno operando anche quindici volontari bresciani di Cuore Amico guidati da Gabriele Avanzi di Gavardo. Si trovano a Segou, a circa 300 chilometri a sud dalla zona degli attentati ma l’effetto domino dell’offensiva terroristica si è propagato fino all’area dove si stanno occupando di un villaggio intitolato a don Mario Pasini di Cuore Amico. Qualcuno di loro ha parlato in questi giorni con i parenti confermando che la situazione è stabile come lo può essere in un Paese dalle dinamiche complesse come il Mali. Il progetto prevede la costruzione di un orfanotrofio di una scuola per la prima infanzia, un ricovero day hospital, un'azienda agricola, la casa delle suore, un piccolo centro sportivo. L’operazione è iniziata nel 2012 ma ha dovuto attraversare anguste strettoie: prima la guerra poi nel 2014 l'ebola. La comitiva di volontari era rientrata in Italia a gennaio, poi è ripartita a primavera per ultimare la cittadella dell’infanzia che dovrebbe essere inaugurata entro Natale. Regalando un po’ di speranza a un Paese disperato e ora anche impaurito.

Suggerimenti