Fuoco incrociato
di ricorsi
sull’Autostrada

di Cinzia Reboni
L’Autostrada della Valtrompia rischia di restare a lungo sulla carta
L’Autostrada della Valtrompia rischia di restare a lungo sulla carta
L’Autostrada della Valtrompia rischia di restare a lungo sulla carta
L’Autostrada della Valtrompia rischia di restare a lungo sulla carta

Fuoco incrociato di ricorsi sull’autostrada della Valtrompia che vede allontanarsi nuovamente l’apertura dei cantieri. A poche ore dalla decisione della Salc di impugnare davanti al Consiglio di Stato il risarcimento di 8,7 milioni di euro fissato dal Tar per i ritardi nella firma del contratto di appalto, il Comitato «No Autostrada, Sì metrobus» raddoppia la sua offensiva legale.

SOTTO L’EGIDA dell’avvocato Pietro Garbarino sono stati presentati un appello al Consiglio di Stato ed uno al Tar. Nel primo caso, viene contestata la sentenza del primo grado della giustizia amministrativa, che ha considerato il ricorso del comitato «irricevibile e inammissibile», nel secondo, viene riproposto al Consiglio di Stato il quesito sulla Valutazione di impatto ambientale scaduta dal 2007. Più «tecnico» il primo ricorso, decisamente sostanziale il secondo. «Nel suo ultimo pronunciamento - spiega Pietro Garbarino -, il Tar non è entrato nel merito della Via, limitandosi a respingere il nostro ricorso perché a suo modo di vedere presentato fuori tempo massimo. I giudici hanno ritenuto inoltre che Legambiente e Comitato, non avessero titoli per impugnare il progetto». Conclusioni contestate nell’appello al Consiglio di Stato. «Gli atti sono stati depositati in tempo utile e come stabilito dalla consolidata giurisprudenza, Legambiente e Comitato, portatori di interessi diffusi, sono pienamente legittimati all’azione legale», si legge nella memoria presentata. Quanto al nuovo ricorso al Tar, si chiede «l’accertamento della dotazione della necessaria Via per il raccordo autostradale, per il tratto Concesio-Sarezzo, nonché di tutti i provvedimenti, autorizzazioni, nullaosta, permessi e pareri afferenti alla compatibilità ambientale dell’opera». Sergio Aurora del Comitato spiega che «si tratta di chiarire, se a fronte di una sentenza del Tar che nel 2008 ha accertato e dichiarato che l’opera pubblica nel suo complessivo progetto non è dotata della Via, presupposto fondamentale di qualsiasi grande opera, richiesta dalla legislazione europea prima ancora che nazionale, debba essere annullato anche l’intero procedimento». Nessun iter di Via, dopo quello chiuso nel 2002 e quindi scaduto cinque anni dopo, nel 2007, è stato rinnovato. La Via pertanto, secondo il Comitato, «deve essere ripetuta, come la legge prevede, mentre il bando di gara che si basa su di un progetto elaborato su una Valutazione di impatto ambientale scaduta è evidentemente illegittimo, e va annullato».

«IN QUINDICI anni l’area interessata dai lavori ha subito profonde mutazioni morfologiche, urbanistiche e ambientali - osserva Garbarino -. Il quadro economico e produttivo del comprensorio che ha visto la delocalizzazione di molte aziende è cambiato, non è quello immortalato dall’istruttoria della Via». Senza dimenticare, aggiunge Eugenio Cagna del Comitato, «gli interventi sulla viabilità esistente, ancora in corso di esecuzione, che hanno dato già efficaci risposte alla previsione del traffico veicolare. Ad esempio l’imminente completamento della bretella Villa Carcina - San Vigilio di Concesio, sgraverà ulteriormente il traffico della ex ss 345 di almeno 10 mila veicoli. Da vent’anni non si fa uno studio del traffico: si continua a far riferimento ai 40 mila passaggi, ma sono ormai numeri... del secolo scorso». Il doppio ricorso del Comitato si aggiunge all’appello al Consiglio di Stato di Salc - notizia anticipata da Bresciaoggi -, che non intende accettare la sforbiciata di 50 milioni di euro stabilita dal Tar rispetto al conteggio effettuato dal commissario ad acta per il risarcimento dovuto dall’Anas al costruttore per il ritardo nell’avvio dei lavori e gli extra costi rispetto al bando di aggiudicazione. «Un margine abissale - secondo l’avvocato di Salc, Alberto Salvadori -: si è passati da 58 milioni a 8,7, cifra lontanissima dalle aspettative». •

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