«I cantieri apriranno quando lo decido io»

di Cinzia Reboni
Il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli detta l’agenda delle mega opere in cantiere nel Bresciano
Il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli detta l’agenda delle mega opere in cantiere nel Bresciano
Il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli detta l’agenda delle mega opere in cantiere nel Bresciano
Il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli detta l’agenda delle mega opere in cantiere nel Bresciano

Il peccato originale delle mega infrastrutture bresciane? «Devono ancora nascere, ma sono già concettualmente vecchie e superate». L’Autostrada della Valtrompia è in agenda da vent’anni, la gestazione della Tav Brescia-Verona è iniziata nel 1993, del «padre» di tutti i depuratori del Garda se ne parla dal 2000. Il territorio e le esigenze della popolazione nel frattempo sono cambiate a velocità vorticosa, la curva demografica è ferma, e si rischia di acquistare un’utilitaria usata al prezzo di una Ferrari. È questo, sintetizzato all’estremo, il ragionamento che ha spinto il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli a varare un'analisi costi-benefici delle mega opere. Se il gioco non vale la candela, raccordi autostradali, supertreno e mega depuratore non si faranno o, nella migliore delle ipotesi, gli interventi saranno riveduti e corretti al ribasso. Un’incertezza che pesa, e non poco, sulle scelte future, e che si riflette anche sulla nostra provincia, che nel prossimo decennio - se non ci saranno ripensamenti del governo - sarà interessata da opere pubbliche per un investimento complessivo di oltre 3 miliardi di euro. Ma «la fine delle verifiche è vicina», annuncia a Bresciaoggi il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli. «Riguardo al progetto dell'Alta velocità ferroviaria Brescia-Verona, così come le altre maggiori opere figlie della legge obiettivo, stiamo procedendo ad una attenta e oggettiva analisi costi-benefici - spiega il ministro -. Una valutazione affidata ad una squadra di esperti senza pregiudizi, che deve andare a vedere quanto e se i costi, non solo finanziari ma anche ambientali e sociali di quest’opera, superino i benefici. Alla fine di questa valutazione, credo entro l’anno, faremo la nostra scelta politica. Non siamo contrari alle grandi opere in generale, siamo sicuramente contrari alle opere inutili». Riguardo all’autostrada della Valtrompia, gli industriali la ritengono strategica per il rilancio economico della valle, ma qualcuno - comitati in prima linea - sostiene che si tratti di un’infrastruttura superata e inutile, anche perché il contenzioso tra Anas e costruttore ha in pratica dimezzato la larghezza del tracciato in un tunnel destinato comunque a creare un imbuto sulla viabilità, spostando solo di qualche chilometro il problema delle code. Da più parti - specie dopo il crollo del ponte di Genova -, viene auspicato che i 195 milioni destinati all’autostrada vengano usati per risanare ponti e viadotti obsoleti. Lei cosa ne pensa? «Sono dell’opinione che prima di realizzare grandi opere faraoniche, che paghiamo oggi e vediamo realizzate fra 30 anni, si debbano fare tante piccole opere che siano utili al territorio, e non a chi le costruisce. Sull’autostrada della Valtrompia, in particolare, si stanno valutando soluzioni che siano efficienti ma al tempo stesso non impattanti. Detto questo, il crollo di Genova non è dovuto ad una tragica casualità, ma conferma che la prima vera grande opera di cui ha bisogno questo Paese è un imponente e organico piano di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere che già abbiamo. La messa in sicurezza di ponti, strade e dighe è e sarà la nostra priorità». Questione depuratore del Garda: i cento milioni sbloccati dal Governo sono vincolati all’opera, o potrebbero essere investiti in una rete di micro depuratori come auspicato dagli ambientalisti? «È sicuramente auspicabile un progetto che preveda una rete di piccole strutture meno impattanti e più flessibili rispetto alle variazioni dei flussi demografici. E crediamo meno costose anche in termini di manutenzione». Tav del Garda: nel caso l’analisi dei costi-benefici dovesse evidenziare che l’opera ha un saldo negativo, il Governo ha gli strumenti per bloccare il progetto? «Oggi dobbiamo analizzare i progetti delle grandi opere e capire se è più utile e conveniente per i cittadini e per lo Stato bloccarle, migliorarle o mandarle avanti. Servono infrastrutture per crescere e serve riqualificare la spesa pubblica - ammette il ministro -. Detto questo, grandi opere inutili non potranno più contare su ulteriori contributi o finanziamenti a carico della finanza pubblica, quando c'è da mettere in sicurezza le opere già esistenti». A Brescia a novembre si voterà sul referendum sull’acqua: il gestore unico sta facendo pressioni sui Comuni - è il caso di Limone e Cigole - che non vogliono cedere il servizio. A suo modo di vedere, la scelta di aprire ai privati decisa dalla Provincia avrà ricadute positive o negative? Il disegno di legge sull’acqua del M5S ha possibilità di essere approvato in tempi brevi? «L’acqua è e deve rimanere un bene pubblico, non può essere un business che va ad arricchire i privati - afferma Toninelli -. E ritengo sia importantissimo che i cittadini si esprimano su una questione di primaria importanza come la gestione dell’acqua. Il disegno di legge del Movimento per l’Acqua pubblica è attualmente all’esame della Camera e puntiamo ad approvarlo al più presto. É una nostra storica battaglia: abbiamo intenzione di dare il via ad un grande intervento di ristrutturazione, bonifica e rinnovamento della rete idrica che sarà accompagnato anche dalla costituzione di società di servizi a livello locale per la gestione pubblica dell’acqua. È una battaglia di civiltà che abbiamo intenzione di portare a compimento». •

Suggerimenti