Il calcio lascia, il
rugby trasloca: stadio
Saleri senza inquilini

di Fabio Zizzo
Lo stadio Tullio Saleri: l’impianto da 4000 posti rischia di diventare una cattedrale nel deserto
Lo stadio Tullio Saleri: l’impianto da 4000 posti rischia di diventare una cattedrale nel deserto
Lo stadio Tullio Saleri: l’impianto da 4000 posti rischia di diventare una cattedrale nel deserto
Lo stadio Tullio Saleri: l’impianto da 4000 posti rischia di diventare una cattedrale nel deserto

Si potrà capire solo lunedì, alla fine del Consiglio comunale, se la proposta di una parte delle minoranze sia una provocazione politica o qualcosa di più concreto. Argomento della mozione presentata dalla civica «Continuità per Lumezzane» e dalla Lega, il futuro dello stadio «Tullio Saleri», e in particolare se ci sia da parte della giunta l’intenzione o meno di realizzare il manto in erba sintetica del campo da gioco e affidare poi la gestione al Rugby Lumezzane. Da precisare che il documento da discutere è stato scritto e protocollato prima della clamorosa debacle di domenica scorsa, con la retrocessione della squadra di calcio in Eccellenza e il passo indietro del presidente Renzo Cavagna, che di fatto ha consegnato le chiavi della società al sindaco Matteo Zani. È chiaro però che l’epilogo sportivo ha accelerato il dibattito intorno al destino dell’ex Comunale, che un tempo era tra i più invidiati della provincia e ora rischia di diventare una cattedrale nel deserto. IL LUMEZZANE CALCIO al momento resta un grande punto interrogativo, con la società azzerata, il settore giovanile smantellato e tutte le incognite legate alla ricerca di acquirenti e al ripescaggio in serie D. Ma in questo scenario così nebuloso c’è una data da segnare. È quella del 5 giugno, termine per partecipare a un bando pubblico lanciato dal Comune di Villa Carcina per un project financing milionario e per i prossimi trent’anni con cui riqualificare e adeguare i centri sportivi comunali e gestire il campo «Dei Pini» di via Bernocchi, a Cogozzo, che dalla scorsa estate è diventato il punto di riferimento del Rugby Lumezzane. Questo è il punto: la società della palla ovale, presieduta da Ottorino Bugatti, è in prima linea per partecipare al bando, e punta a trasformare il «Pini» nel proprio quartiere generale tra campo da gioco per la serie B (in questa stagione le partite casalinghe le ha disputate a Rovato) e club house. Ecco perché la mozione sa di estremo tentativo di trattenere la società guidata da Bugatti con il suo settore giovanile. Come? Con la promessa di realizzare il terreno in erba sintetica, a carico del Comune, e la club house e tutti i servizi collegati a carico della società, oltre alla gestione esclusiva tramite bando pubblico (ora è di Albatros, che l’ha presa in carico per 10 anni dal Lumezzane Calcio) per i prossimi 20 o 30 anni. «BISOGNA agire in fretta perché il rugby potrebbe dare ufficialmente l’addio alla nostra città - si legge nella mozione - e questo rappresenterebbe non solo un gravissimo danno per la collettività, ma anche un evidente insuccesso dell’attuale amministrazione». E il calcio? «Seppur non sia piacevole ipotizzare l’azzeramento dell’attività sportiva e anzi speriamo fortemente che continui - recita il testo - è prioritario che il settore giovanile del Rugby Lumezzane continui a frequentare il nostro paese». Non a caso proprio il terreno di gioco era stato un motivo di scontro nel 2014, quando Cavagna e Bugatti avevano stretto un accordo per il sintetico e l’uso condiviso, rimasto però solo sulla carta. Tanto da spingere due anni dopo il rugby a rinunciare alla serie A e a ripartire dalla C con un nuovo progetto sportivo. E intanto domani alle 16 ai «Pini» ci sarà una prova gratuita di rugby per i ragazzi. Insomma, la società sembra aver preso da tempo una decisione che forse nemmeno l’ok politico (tutto da valutare) alla mozione e le procedure che seguiranno riusciranno a fermare. E il «Saleri» resta a guardare. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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