Il sacrario alpino del Maniva adesso è realtà

di Edmondo Bertussi
Il capogruppo dell’Ana Brescia Gianbattista Turrini taglia il nastroIl corteo alpino mentre sale i versanti del Maniva FOTOLIVE/Fabrizio Cattina
Il capogruppo dell’Ana Brescia Gianbattista Turrini taglia il nastroIl corteo alpino mentre sale i versanti del Maniva FOTOLIVE/Fabrizio Cattina
Il capogruppo dell’Ana Brescia Gianbattista Turrini taglia il nastroIl corteo alpino mentre sale i versanti del Maniva FOTOLIVE/Fabrizio Cattina
Il capogruppo dell’Ana Brescia Gianbattista Turrini taglia il nastroIl corteo alpino mentre sale i versanti del Maniva FOTOLIVE/Fabrizio Cattina

È stata una giornata storica ieri al Maniva, sempre più sacrario della memoria alpina: alla presenza delle penne nere di tutta la provincia, è stato infatti inaugurato il primo lotto dello straordinario progetto di recupero dei manufatti della Grande Guerra, realizzati all’epoca e inseriti in un sistema di difesa di retrovia, con trincee e postazioni di artiglieria puntate verso il vicino Trentino e le sue Valli Giudicarie. L’INTERVENTO. E così, passo dopo passo, si va completando il progetto di costruire una memoria condivisa tra gli alpini delle due guerre: parte dei nuovi lavori si trovano sotto la grande croce del 1961, che sul Dosso del Passo è dedicata ai caduti «sepolti senza croce». Porta ai suoi piedi racchiusa in una cassetta la terra delle trincee sul Don portata da un reduce di Russia e benedetta da monsignor Giuseppe Bonomini, lo storico cappellano alpino delle chiesette. Proprio lì sotto si diparte una delle trincee con galleria recuperate. Una pagina di storia moderna scritta dall’Ana Brescia, guidata dal presidente Gianbattista Turrini, che ha tenuto saldamente in pugno l’intera operazione data la sua delicatezza anche sotto il profilo del rispetto degli ambienti, in accordo con la Soprintendenza: due anni di meticolosa preparazione e di progettazione metro per metro e poi altri due, a fare emblematicamente quattro, come l’evento bellico, di lavoro da parte delle squadre, con impegnati a turno 700 alpini della sezione. PIÙ CHE GIUSTIFICATO insomma l’orgoglio collettivo che si respirava ieri durante l’inaugurazione della mostra allestita per l’occasione, la messa alla chiesetta del Passo, i discorsi in un nugolo di cappelli alpini, gagliardetti, gonfaloni e fasce tricolori dei sindaci e delle autorità. Assieme alle opere è stata realizzata l’utilissima carta dei sentieri «Maniva la Grande Guerra», con annotazioni e fotografie di nove possibili itinerari a cerchi concentrici dal Passo al Dasdana, al Dosso Alto e a Cima Caldoline, in pratica alla scoperta di tutta la zona del conflitto. Un’operazione che arricchisce e impreziosisce le attrattive del Maniva. Il primo blocco di opere ha infatti un pregio: sono concentrate in un anello di alcune centinaia di metri, godibile per tutti comprese famiglie con bimbi appresso. Offre alla vista, disegnato tra la chiesetta alpina con accanto il sacrario delle lapidi dei caduti della guerra 15-18 e il Dosso della Croce, il camminamento in trincea, la ridotta dove erano posizionati i cannoni in direzione Trentino, il bunker con impresso 1918 e la vicina postazione per la mitraglia e la casamatta, l’altra trincea con alcuni tratti in galleria. Già ieri i fortunati hanno avuto un primo assaggio guidati dai responsabili dell’Ana. Ci sono siti necessariamente protetti e chiusi: per accessi di gruppo e non si raccomanda di prenotare contattando la sezione Ana Brescia (telefono 030 2003976). • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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