Intimidazioni anti-rifugiati
Il caso approda al Viminale

I disordini a San Colombano
I disordini a San Colombano
I disordini a San Colombano
I disordini a San Colombano

«Quale è stato il ruolo del sindaco di Collio nel movimento di protesta anti-profughi a San Colombano?».

Lo chiede l’interrogazione parlamentare presentata al ministro dell’Interno Angelino Alfano dal deputato del Pd Luigi Lacquaniti. «Fin dal loro arrivo, il 27 agosto - scrive il parlamentare -, i profughi sono stati bersaglio di manifestazioni ostili scandite da lanci di uova, e addirittura di sassi contro le finestre dell’albergo da parte di militanti di Forza Nuova arrivati da Brescia. Il giorno seguente, si sono ripetuti episodi di contestazione culminati in una corteo tutt’altro che pacifico. Per due mesi, si sono susseguite proteste politiche organizzate, a quanto consta, da forze dell’estrema destra bresciana». Lacquaniti fa riferimento anche agli episodi d’intimidazione con insulti e scritte offensive, tra i quali, si devono annoverare anche l’esplosione di tre bombe carta nei pressi di abitazioni della della famiglia Cantoni, proprietaria dell’albergo che ospita i profughi, che si è vista bruciare anche un meleto e sparare al proprio cavallo».

Ma ciò che appare più incredibile a parere del deputato del Pd è «che il sindaco Collio Mirella Zanini, contraria all’arrivo dei profughi, abbia partecipato personalmente alle manifestazioni contro la forza pubblica chiamata a proteggere i profughi e l’albergo». Il primo cittadino in verità, ha sempre sostenuto di aver partecipato ai cortei col solo obiettivo di smorzare la tensione e calmare i propri concittadini. L’interrogazione è stata firmata fra gli altri anche dai parlamentari bresciani Miriam Cominelli e Mario Sberna.R.PR.

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