L’aria della Valtrompia scaccia gli ultimi fantasmi di Cernobyl

di Edmondo Bertussi
Un momento della vacanza dei ragazzi bielorussi l’estate scorsaPiù di trent’anni fa la tragedia di Cernobyl, era il 26 aprile 1986
Un momento della vacanza dei ragazzi bielorussi l’estate scorsaPiù di trent’anni fa la tragedia di Cernobyl, era il 26 aprile 1986
Un momento della vacanza dei ragazzi bielorussi l’estate scorsaPiù di trent’anni fa la tragedia di Cernobyl, era il 26 aprile 1986
Un momento della vacanza dei ragazzi bielorussi l’estate scorsaPiù di trent’anni fa la tragedia di Cernobyl, era il 26 aprile 1986

Oltre 2mila ragazzi ospitati in oltre vent’anni; una trentina ancora l’anno scorso, accolti per un periodo di vacanza dalle famiglie della Valtrompia. Sono i numeri della solidarietà valligiana verso la popolazione della Bielorussia contaminata dall’esplosione avvenuta il 26 aprile 1986 nella centrale nucleare di Cernobyl in Ucraina. Greenpeace stima in 6 milioni i decessi su scala mondiale nell’arco di 70 anni per tumori riconducibili al disastro.

E PER GLI ABITANTI delle zone circostanti i pericoli crescono in misura esponenziale. Così un soggiorno lontano dai territori contaminati è prezioso per abbassare il tasso di radioattività. Ed è quello che puntualmente è successo anche quest’anno in Valtrompia per una trentina di ragazzi che hanno coinvolto una quarantina di famiglie.

A Brescia, nel 1994, fu l’associazione «Croce blu» a rompere il ghiaccio chiedendo alle famiglie di ospitare almeno un minore per un mese estivo. Nel novembre 1995 si costituiva il «Comitato di accoglienza bambini bielorussi Bovezzo, Caino, Concesio e Nave», diventato un’anno dopo «Comitato Valle Trompia e dintorni» con primo presidente Carlo Belotti di Caino e dal 2008 Evelina Sanzogni di Inzino sua collaboratrice della prima ora.

In questi anni oltre 2000 ragazzi tra i 7 e i 17 anni, in gruppi di una ventina coi loro accompagnatori in turni estivi e invernali sono stati ospiti in altrettante famiglie che spesso hanno voluto ripetere l’esperienza. Il Comitato cura modalità e pratiche ormai collaudate con contatti e visite in particolare nella Bielorussia sia con le famiglie ad individuare i bisogni effettivi sia con le autorità locali per i necessari permessi di soggiorno.

In Valtrompia si è consolidata la collaborazione coi Comuni, sindaci, associazioni come Alpini ed Avis che danno prezioso aiuto nelle circostanze più svariate, comprese feste dell’accoglienza e saluti come quest’anno a Villa Carcina, a Concesio. Sanzogni, chiudendo l’attività dell’anno sociale, sottolineava il frutto più bello: quelli che erano ragazzi conservano ricordi e irrobustiscono vincoli affettivi di famiglia vera tornano in Italia magari in luna di miele come è successo.

La «macchina» si è già rimessa in moto con i suoi obbiettivi: verificare esperienze e trovare nuove famiglie ospitanti; mantenere i contatti con le famiglie dei bambini ospitati monitorando i bisogni; raccogliere fondi per diminuire il costo del viaggio aereo; organizzare l’annuale viaggio «umanitario» in Bielorussia per conoscere famiglie e portare aiuti. Per finire, la presidente Evelina Sanzogni rinnova l’appello: il suo telefono (338-8027345 ) è sempre acceso.

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