La centrale fa il pieno di benzina verde

di Edmondo Bertussi
La centrale per il teleriscaldamento di Collio: cambia la proprietà
La centrale per il teleriscaldamento di Collio: cambia la proprietà
La centrale per il teleriscaldamento di Collio: cambia la proprietà
La centrale per il teleriscaldamento di Collio: cambia la proprietà

Nulla cambierà per gli utenti, ma nella sostanza le novità sono positive per l’ambiente e per la qualità della vita.

Quanto anticipato ad aprile su queste colonne si è concretizzato nei giorni scorsi: la proprietà di Fravt (Fonti rinnovabili alta Valletrompia), la società alla quale fanno capo le centrali a biomassa di Collio e Marmentino, alimentate a cippato di legna, è cambiata. Un nuovo gruppo industriale l’ha rilevata da Cofely Gdf Suez (ora Engie), colosso mondiale del settore del gas naturale e delle energie rinnovabili che ne aveva il controllo. E dunque non pende più sulla testa dei cittadini di Collio la spada di Damocle sospesa dal 9 ottobre del 2015, giorno in cui fu recapitata al sindaco Mirella Zanini una lettera su carta intestata Cofely Gdf Suez e firmata Fravt che annunciava per fine giugno 2016 la cessazione del servizio di teleriscaldamento. Un capitolo imprevisto di una storia piena di ottimismo iniziata insieme da Collio e Marmentino nel 1999 con il varo della Fravt, società allora a maggioranza pubblica (Comunità Montana e Comuni) passata poi attraverso i soliti aumenti di capitale e finita nelle mani private.

L’inverno passava, non arrivava agli utenti la lettera di disdetta prevista dal contratto sei mesi prima dell’interruzione del servizio, e così si è arrivati al 2017 senza intoppi. Ora il cambio della guardia, giusto alla vigilia di quello che sarebbe stato un altro inverno di incertezza.

IL NUOVO GRUPPO è italiano e fa capo alle famiglie Minelli (Mantova), Bergonzi (Milano) e Lenisa (Bergamo). Opera nel settore con altre quattro iniziative con produzione di calore ed energia elettrica. A Collio - spiega la nuova proprietà - ha già focalizzato i suoi progetti sul teleriscaldamento, ha garantito in questi mesi il servizio e interrotto la produzione di energia elettrica. «Continueremo la produzione di calore per tutte le oltre 500 utenze acquisite dalla precedente gestione, abbiamo già allacciato nuove utenze e potenzieremo il servizio. Abbiamo in progetto di costruire un nuovo impianto in sostituzione di quello esistente che funzionerà a bricchette di legno delle quali siamo produttori con forte riduzione dell’impatto ambientale».

Evidente che il controllo di tutta la filiera è garanzia assoluta, così come il combinato tra l’alimentazione a bricchette di legno e la cessazione della produzione di energia elettrica porta ulteriori vantaggi che emergono in tutta la loro importanza da alcune cifre.

L’impianto in funzione è stato alimentato lo scorso anno con 50.000 tonnellate di cippato e 2000 trasporti, quello progettato consumerà 2.500 tonnellate di bricchette pet 90 trasporti l’anno, uno ogni quattro giorni. Attualmente si consumano 95.000 metri cubi di acqua all’anno: saranno ridotti a 3.000; 8.400 invece i chili di polvere, che diventeranno 560. E l’impianto fermo per cedimento strutturale a Marmentino? Una storia tutta da scrivere.

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