La Valtrompia aspetta la sua «mini-autostrada»

Il 2019 potrebbe essere l’anno dell’autostrada della Valtrompia, o meglio di quel che ne resta dopo una tormentata gestazione pluriventennale. Il condizionale è d’obbligo, perché l’apertura dei cantieri, inizialmente fissata a primavera, è via via slittata fino all’autunno. IL CAMMINO verso il primo colpo di ruspa resta in salita, e non solo per la spada di Damocle dei due ricorsi pendenti al Consiglio di Stato (quello di Salc-Salini, l’impresa costruttrice, e quello del Comitato No Autostrada, entrambi da trattare all’udienza congiunta fissata per il 17 aprile), quanto per le procedure e i tempi tecnico-burocratici. Da sciogliere il nodo legato alle varianti del progetto definitivo, messe a punto da uno studio di Genova, che dovranno ottenere il via libera del Ministero alle Infrastrutture prima e del Cipe poi. Infine l’opera di bonifica bellica, che si annuncia più complessa del previsto. L’obiettivo è di iniziare la rimozione degli ordigni in primavera e aprire il cantiere a settembre. Dopo di che, secondo le previsioni, ci vorranno circa 4 anni - anche se il cartello posizionato pochi metri dopo l’inizio dell’abitato di Villa Carcina recita «1.100 giorni dalla data del verbale di consegna lavori» - perchè l’opera sia definitivamente ultimata. Rispetto al progetto originario, il raccordo sarà lungo in tutto 11 chilometri: 3,3 di svincoli e 6,7 in galleria ad una sola corsia: proprio la riduzione ad una sola «canna» per senso di marcia è stata oggetto di perplessità e critiche sull’effettiva necessità di una bretella ridimensionata, che non ha più i requisiti di una vera e propria «autostrada». IL RACCORDO della Valtrompia unirà di fatto Concesio a Sarezzo, con un proseguimento in viadotto fino a Termine di Lumezzane. Per la sua realizzazione Anas ha già accantonato 213 milioni di euro per coprire tutti i costi.