Ladri di nidi irriducibili, due denunce in poche ore

I carabinieri di Silandro con alcuni dei nidi sequestrati
I carabinieri di Silandro con alcuni dei nidi sequestrati
I carabinieri di Silandro con alcuni dei nidi sequestrati
I carabinieri di Silandro con alcuni dei nidi sequestrati

Continua il saccheggio bresciano in Alto Adige: l’obiettivo è sempre rappresentato dai pulcini di tordo bottaccio da trasformare in finti soggetti da allevamento da rivendere ai capannisti, e le denunce si sommano alle denunce.

Dopo aver nuovamente sorpreso giorni fa una ladra di nidi valtrumplina accompagnata da un complice rumeno, nel pomeriggio di lunedì i carabinieri che fanno capo alla Compagnia di Silandro hanno messo a segno un altro importante operazione con un risvolto specchio della sfrontatezza dei pendolari del bracconaggio.

Individuati una prima volta e portati in caserma per essere denunciati per i reati di uccellagione e maltrattamento degli animali, una volta lasciata la sede dell’Arma dei carabinieri, come se niente fosse i due uccellatori bresciani in trasferta hanno pensato bene di «riprendere il lavoro» lasciato in sospeso. Sospettando che la coppia sarebbe tornata all’opera, i militari del Nucleo operativo radiomobile e della stazione di Silandro, hanno seguito a distanza i due bresciani che nel giro di poche ore sono rimasti intrappolati nella rete dell’Arma per la seconda volta.

Il copione si è dunque ripetuto con una variante: i bracconieri sono stati fermati e denunciati ed è scattato anche il sequestro dell’utilitaria con la quale erano arrivati in Alto Adige per la loro personale campagna di rifornimento.

IL POMERIGGIO antibracconaggio dell’Arma è iniziato con la prima individuazione dei due, un uomo di 48 anni e un ragazzo di 19 (i carabinieri non hanno fornito indicazioni sui paesi di residenza, se non appunto la provenienza bresciana).

I due bracconieri sono stati bloccati al termine del loro giro negli estesi meleti del territorio di Silandro (molto utilizzati dai tordi bottacci ma anche dalle cesene durante la stagione riproduttiva) durante il quale avevano prelevato 23 nidiacei di poche settimane di vita, che stavano caricando sulla loro autovettura. Bloccati e portati al comando sono stati denunciati, ma a procedura conclusa, per niente preoccupati della tegola legale appena ricevuta, sono tornati tra i meleti per cercare di recuperare altri nidi, che quasi certamente avevano già individuato prima di essere interrotti. Sono riusciti a rubare altri 20 volatili prima di essere nuovamente intercettati dai militari; e dato che uno degli esemplari appena prelevati è morto durante l’operazione, i due bresciani hanno rimediato una seconda denuncia per maltrattamenti, oltre al sequestro del veicolo. Li aspetta una pesantissima sanzione, ma per molti saccheggiatori il rischio è calcolato: la vendita clandestina dei tordi destinati a diventare richiami vivi per la caccia da appostamento fisso frutta somme esentasse molto elevate.

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