Le polveri
radioattive
nel bunker

di Laura Piardi
Le Acciaierie Venete di Sarezzo: finisce l’incubo  polveri radioattive
Le Acciaierie Venete di Sarezzo: finisce l’incubo polveri radioattive
Le Acciaierie Venete di Sarezzo: finisce l’incubo  polveri radioattive
Le Acciaierie Venete di Sarezzo: finisce l’incubo polveri radioattive

Dopo quasi 9 anni, un altro tassello legato al tema ambiente a Sarezzo andrà al suo posto. Ad essere coinvolta nella vicenda l’azienda Acciaierie Venete, che a partire da venerdì, vedrà gli 11 container contenenti 267 tonnellate di polveri radioattive spostati all’interno del bunker definitivo, custoditi in una «sarcofago» letteralmente a prova di bomba.

Lo spostamento vero e proprio è fissato per il 30 e 31 luglio. In questi anni, naturalmente le polveri radioattive erano stoccate all’interno dell’azienda in un area delimitata in un bunker provvisorio all’interno di sacchi sigillati, chiusi in container navali garantendo la tutela di lavoratori e abitanti della Valle.

LA QUESTIONE (che non è un caso unico: accadde qualcosa di simile anche alla Rivadossi) nasce in seguito all’incidente del 2007 nello stabilimento di via Antonini, nel quale venne fuso del rottame contenente cesio 137. Successivamente le polveri di scarto furono inviate in una discarica bergamasca, e qui iniziarono i problemi. L’azienda rilevò la contaminazione e rispedì al mittente le 267,4 tonnellate di materiale radioattivo.

Dopo quasi un decennio, ecco la soluzione «tombale»: da venerdì, le polveri verranno trasferite dal deposito provvisorio (che non dava garanzie in caso di eventi calamitosi) a quello definitivo con accessibilità limitata, ma che garantirà i controlli periodici. Le polveri staranno nel bunker fino al decadimento della carica di radioattività.

«C’è piena soddisfazione da parte dell’amministrazione comunale - ha commentato il sindaco di Sarezzo, Diego Toscani - per aver trovato una soluzione a questo problema. Un grazie va agli enti coinvolti, e ad Acciaierie Venete per la piena collaborazione dimostrata. I lavori si concluderanno a fine agosto. Il bunker definitivo, che ha trovato spazio all’interno dell’azienda (per legge non è possibile spostare e trasportare scorie radioattive al di fuori del sito ove sono state individuate) è testato per resistere a fenomeni atmosferici e catastrofici di alta intensità: se vi finisse contro un autotreno col pieno di carburante, il deposito, resisterebbe».

Da venerdì, sotto l’occhio vigile degli enti coinvolti (Prefettura, amministrazione, Asl, Vigili del Fuoco, Arpa, le stesse Acciaierie Venete egli esperti dell’università di Pisa, che misureranno la radioattività) una ditta specializzata di Milano si occuperà dello spostamento dei container nel bunker.

L’OPERAZIONE non causerà l’interruzione della produzione, in quanto l’azienda in questi giorni sarebbe comunque chiusa per ferie. Entro fine agosto l’operazione sarà conclusa e si attenderà la verifica ed il collaudo con rilascio del verbale di chiusura da parte degli enti preposti.

Solo per la realizzazione del bunker e lo spostamento dei container, senza contare altre voci, Acciaierie Venete ha sostenuto un costo di oltre 500 mila euro.

«Sono estremamente soddisfatto - ha concluso Fabio Ferraglio, assessore comunale all’ambiente -. Tengo a ribadire un sincero ringraziamento al Prefetto per lo sblocco della vicenda, che ha individuato in tempi rapidi una soluzione. I tempi del cronoprogramma sono stati rispettati a pieno e c’è stato un impegno condiviso al fine di vedere finalmente conclusa la vicenda».

Suggerimenti