Partigiani sui monti:
omaggio ai caduti
della prima battaglia

Cerimonia alla Croce di Marone
Cerimonia alla Croce di Marone
Cerimonia alla Croce di Marone
Cerimonia alla Croce di Marone

È sempre più difficile ed impopolare innalzare le bandiere della Resistenza. Ci vogliono salde convinzioni: non ci sono applausi da cogliere in ricorrenze e luoghi che la ricordano ma solo impegni da rinsaldare, onore da tributare, facendo memoria degli ideali di chi seppe scegliere.

I vecchi partigiani ormai sono andati avanti. Carla Nespolo, la nuova presidente nazionale dell’Anpi, 74 anni, era in fasce quando loro cominciavano a combattere sui monti come il 9 novembre del 1943 in Croce di Marone nella prima battaglia della Resistenza bresciana.

Qui lo fanno da anni, e lo ripeteranno domani per l’intera giornata con convinzione insieme le Fiamme Verdi e Anpi provinciale sezioni di Valtrompia e Sebino, in collaborazione con le due Comunità montane, Comuni e associazioni d’arma. In quel giorno del 1943, tedeschi e repubblichini decisero di mostrare la loro forza contro i 400 resistenti, tra i quali alcuni stranieri, che si erano rifugiati in Croce di Marone sotto il Golem: disorganizzati, di diverse nazionalità, abbandonati il giorno prima dal nucleo meglio armato del tenente Armando Martini, passato al nemico. Partirono da Zone alle 5, bruciando nella risalita le cascine coadiuvati da due idrovolanti ed una «cicogna» che segnalava i ribelli. Alle tre del pomeriggio tutto era finito, con otto morti e gli altri dispersi verso le montagne di alta Valtrompia e Valcamonica. L’appuntamento domani è alle ore 10 al monumento a Croce di Marone per la messa, il saluto delle autorità e la commemorazione affidata a Lucio Pedroni in rappresentanza dell’Anpi provinciale. E.BERT.

Suggerimenti