Profughi e accoglienza diffusa:
il sistema Valtrompia funziona

di Edmondo Bertussi
Da Lumezzane a Gardone, Sarezzo e Nave sono 11 i Comuni della Valtrompia che hanno fatto squadra
Da Lumezzane a Gardone, Sarezzo e Nave sono 11 i Comuni della Valtrompia che hanno fatto squadra
Da Lumezzane a Gardone, Sarezzo e Nave sono 11 i Comuni della Valtrompia che hanno fatto squadra
Da Lumezzane a Gardone, Sarezzo e Nave sono 11 i Comuni della Valtrompia che hanno fatto squadra

Il sistema di accoglienza funziona in Valtrompia. Lo dicono i numeri, lo conferma la Comunità Montana, che in rappresentanza di undici Comuni ha siglato l’accordo per la gestione dei richiedenti asilo proposto dalla Prefettura.

UN’INTESA RODATA, che prevede entro la fine del 2017 l’arrivo di un numero massimo di 36 nuovi soggetti, con interlocutori diretti i sindaci, senza sorprese.

Ad annunciarlo ieri a Gardone i presidenti della Comunità Montana Massimo Ottelli e della Conferenza dei Sindaci Matteo Zani (sindaco di Lumezzane), che hanno fatto anche il punto sugli esiti del progetto avviato dopo due anni di preparazione a marzo. I Comuni aderenti all’accordo sono Bovezzo, Caino, Concesio, Gardone, Lodrino, Lumezzane, Marcheno, Pezzaze, Nave, Sarezzo e Tavernole. Le rispettive quote inderogabili assegnate dall’accordo Ministero-Anci sommano a 259 posti. L’accordo con la Prefettura prevede la messa a disposizione entro fine anno di 155 posti, pari al 60%.

Sono già presenti sul territorio 119: 94 nei centri di accoglienza straordinaria (Cas) gestiti dai privati, 25 in carico allo Sprar, con ente capofila la Comunità Montana, distribuiti tra Gardone, Sarezzo e Lumezzane.

Comunità Montana che ha ottenuto nella trattativa con la Prefettura un risultato non scontato: il conteggio anche dei richiedenti ospitati nei Cas nei 155 preventivati entro la fine del 2017. Quindi 94 più 25 uguale 119: sono da trovare 36 nuovi posti, anzi 30 (ha specificato Zani), perché 6 a ieri risultavano già disponibili.

Altre sottolineature dei sindaci: non si sono mai verificati episodi gravi, c’è un turn over monitorato e c’è la clausola di salvaguardia che impedisce altri arrivi non concordati con i sindaci. Per un pieno controllo del territorio che la delibera approvata a luglio dalla Comunità Montana per il triennio 2018-2020 punta ad accentuare tramite la trasformazione da Cas (privati) a Sprar di 70 posti già attivi, quindi non aggiuntivi, gestiti per di più da cooperative locali (un bel vantaggio).

E i 7 Comuni che non hanno aderito all’accordo tra Comunità Montana e Prefettura? Non hanno «clausola di salvaguardia»: potranno vedersi assegnati numeri superiori alla loro quota Anci. Emblematico il caso di Polaveno e di Collio, dove sono già attivi 11 e 18 posti Cas, numero superiore alla loro quota Anci comunale di 6 e 7.

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