«Rapaci sparati e trappole La Regione è pronta solo a svendere biodiversità»

L’astore preso a fucilate sul territorio di Collio recuperato dal Cabs
L’astore preso a fucilate sul territorio di Collio recuperato dal Cabs
L’astore preso a fucilate sul territorio di Collio recuperato dal Cabs
L’astore preso a fucilate sul territorio di Collio recuperato dal Cabs

C’è un altro aspetto dell’illegalità venatoria che si ripresenta puntuale ogni anno alla riapertura della caccia: la strage dei rapaci. Lo ricordano i volontari del campo antibracconaggio del Cabs (Committee against bird slaughter) in corso in questi giorni nel Bresciano dopo aver ritrovato «un giovane astore appena ucciso nelle vicinanze di un capanno da caccia temporaneo nel territorio di Collio. La radiografia, realizzata in uno studio veterinario a Brescia, ha mostrato una quantità impressionante di pallini nel corpo - dicono -, segno che lo sparo è avvenuto a distanza ravvicinata». MA L’ASTORE ucciso non è un caso isolato. Dall’inizio della stagione di caccia nel Cras di Valpredina (Bergamo) gestito dal Wwf sono già arrivati 12 rapaci feriti, più della metà - sparvieri, gheppi e altro ancora - provenienti dal Bresciano. Una situazione pesante, che la politica, secondo il Cabs, ignora per altri obiettivi: «Mi piacerebbe riprendere le parole dell’ennesima consigliera regionale lombarda infatuatasi del mondo venatorio, in questo caso Claudia Carzeri - commenta Andrea Rutigliano, membro del direttivo del Cabs -, quando afferma che è davvero innegabile che i cacciatori rivestano un ruolo centrale nella tutela ambientale e montana. In effetti non c’è altra categoria che la faccia a pezzi con tanta pervicacia. Senza i cacciatori avremmo ancora coturnici e galli forcelli in numeri decenti sui pascoli alpini; avremmo ogni anno qualche milione in più di allodole, una specie sull’orlo dell’estinzione; avremmo meno sentieri trasformati in strade sui monti e qualche tonnellata di piombo in meno nell’ambiente. A me sembra che l’unico ruolo positivo i cacciatori lo abbiano nei confronti del fatturato delle industrie armiere». Il Cabs conclude affermando che «i politici lombardi possono presentare tutte le visioni edulcorate che vogliono, ma finché una grossa fetta dei loro protetti continua a comportarsi da bracconiere e la Regione a soddisfare tutti i loro appetiti, è dura credere che dietro alle intenzioni ci sia altro se non la solita svendita della biodiversità al migliore offerente».

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