Sares Green,
il Comitato
sulle barricate

di Marco Benasseni
Gli attivisti del comitato alla manifestazione di Retorbido
Gli attivisti del comitato alla manifestazione di Retorbido
Gli attivisti del comitato alla manifestazione di Retorbido
Gli attivisti del comitato alla manifestazione di Retorbido

La svolta «green» imposta al progetto non ha disarmato il comitato che si oppone alla realizzazione dell’impianto destinato alla conversione del «car fluff» (quello che resta delle automobili dopo lo smembramento e la demolizione) in energia. Nella domanda presentata alla Regione dalla Sares Green è stato messo nero su bianco che nella struttura di Sarezzo non saranno trattati rifiuti pericolosi. Ma la raccolta firme promossa dal Comitato Liberi Cittadini per la Salute continua. In pochi giorni la petizione è stata sottoscritta da 1000 persone. Il tutto mentre una delegazione del comitato ha partecipato alla manifestazione contro l’apertura dell’inceneritore di Retorbido per ribadire la linea del no e la priorità: «Tutelare la salute pubblica».

«Il dato di fatto è che l’impianto romperà le molecole delle plastiche o più genericamente delle sostanze immesse scatenando reazioni chimiche che, all’interno della caldaia, produrranno inquinanti che in caso di incidente verrebbero liberati nell’aria - osserva in una nota il comitato - Stiamo cercando esperti che possano fornire informazioni rigorose, trasparenti ed equidistanti sul progetto. Troppe volte in passato la popolazione della Valtrompia, non avendo gli strumenti cognitivi necessari per giudicare, ha accettato l’insediamento di aziende a grande impatto ambientale». Per il comitato serve una rivoluzione culturale.

«IL DISTRETTO sanitario di Gardone Valtrompia - si legge ancora nel documento a sostegno della petizione - ha visto un’impennata dei tumori negli ultimi anni. Molti di questi sono riconducibili, in varia misura, all’inquinamento anche e sopratutto pregresso, quello cioè che si è sedimentato sul territorio». Il portavoce del comitato Davide Guerini chiede con con forza che le amministrazioni locali «colgano la pericolosità della situazione e si coalizzino nel dire no all’impianto di Sarezzo per far capire che, oggi, si possono scegliere strade diverse per ottenere il benessere». Alla manifestazione di Retorbido ha partecipato anche il sindaco di Sarezzo Diego Toscani, in qualità di «scrutatore».

«Cosa farà l’Amministrazione se la Regione dovesse accogliere la richiesta presentata da Sares Green? - conclude Guerini - Oggi sappiamo che il syngas, ossia il prodotto di processo, è pericoloso per la salute sia che lo stesso venga bruciato piuttosto che liberato nell’aria».

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